Il giallo sulla morte di Bruce Lee, attore deceduto in circostanze misteriose a Hong Kong nel 1973, sembra giunto a un nuovo punto di svolta.

Secondo lo studio pubblicato dal Clinical Kidney Journal l’attore sarebbe stato ucciso da una particolare disfunzione renale.

All’epoca del decesso i medici stabilirono che la vita del 32enne era stata stroncata da un edema celebrale. La ricerca più recente invece, rilanciata sui media americani, suggerisce che Lee sia morto “per una forma specifica di disfunzione renale, ossia l'incapacità di espellere abbastanza acqua”. Secondo gli specialisti spagnoli dei reni che hanno condotto lo studio, Lee probabilmente è morto per iponatriemia, ossia una anomala bassa concentrazione di sodio nel sangue che può essere causata da un livello troppo alto di acqua in corpo.

Come spiega l’associazione no profit Mayo Clinic, il sodio aiuta a regolare la quantità di acqua che circonda le cellule e che si trova al loro interno. «Ipotizziamo che Bruce Lee sia morto per una forma specifica di disfunzione renale: l'incapacità di espellere acqua a sufficienza per mantenere l'omeostasi. Questo può portare a iponatriemia, edema cerebrale e morte entro poche ore se l'eccessiva assunzione di acqua non è accompagnata dall'escrezione del liquido nelle urine».

E ancora: «Il fatto che siamo costituiti per il 60% da acqua non ci protegge dalle conseguenze potenzialmente letali di bere acqua a una velocità superiore a quella che i nostri reni possono espellere», si legge nel report dell’associazione.

(Unioneonline/v.f.)

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