Una rocambolesca fuga, e che ora potrebbe diventare un film per Netflix.

La vicenda dell'ex numero uno di Nissan-Renault Carlos Ghosn, sfuggito dal Giappone, destinazione Libano, sfruttando le lacune dei sistemi di sicurezza aeroportuali in un periodo in cui il Paese si ferma per le festività, ha suscitato entusiasmo al punto che il colosso dell’intrattenimento pare abbia già definito un progetto per raccontare il tutto in una serie tv.

E pare che Ghosn abbia anche già firmato un contratto per raccontare il tutto in esclusiva.

Secondo le ricostruzioni, alle 2:30 del pomeriggio del 29 dicembre Ghosn si è incontrato con due uomini di nazionalità statunitense in un hotel di lusso poco distante da casa, a Tokyo, dove si trovava agli arresti domiciliari in attesa di processo. I tre si sono recati alla stazione di Shinagawa, dove alle 19.30 hanno preso un treno superveloce diretto a Osaka. Lì la sosta in un albergo, da cui i due individui sono usciti trasportando due casse di grandi dimensioni, che hanno dichiarato contenessero strumenti musicali, e alle 23 circa sono decollati con un jet privato destinazione Turchia.

Con molta probabilità, secondo il pubblico ministero, Ghosn si nascondeva proprio all'interno di quei contenitori, dotati di fori per la respirazione.

Quindi, dopo il passaggio dalla Turchia, l'arrivo a Beirut, con l'ex numero uno di Nissan entrato nel Paese legalmente con un passaporto francese e una carta di identità libanese.

Nell'intera operazione di fuga, che pare sia costata svariati milioni di dollari, sarebbero stati impiegati una dozzina di uomini.

(Unioneonline/v.l.)
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