Quello che in tanti, guardando il programma, avevano paventato si è poi in effetti realizzato, almeno per una coppia. Una di quelle che hanno partecipato a "Matrimonio a prima vista", che ora non riesce a terminare l'iter per la separazione.

Lo schema era il seguente, come il format usato in tanti altri Stati oltre all'Italia: un gruppo di esperti seleziona delle coppie che, per affinità o in base ad altri parametri, "insieme" potrebbero "funzionare".

I due si sposano non essendosi mai visti prima e conoscendosi solo sul momento, con relativa cerimonia, festa, invitati. Poi vivono insieme per tre mesi, seguiti passo passo dalle telecamere. Alla fine decidono se rimanere marito e moglie oppure lasciarsi.

Stefano Protaggi e Francesca Musci (da Youtube)
Stefano Protaggi e Francesca Musci (da Youtube)
Stefano Protaggi e Francesca Musci (da Youtube)

E mentre per qualcuno, come Francesca Musci e Stefano Protaggi, è scattato davvero l'amore, tanto che si sono poi sposati di nuovo rinnovando quella promessa fatta nel corso del reality, per la gran parte il lieto fine non c'è stato.

E ne sono un esempio Stefano Soban, di Alessandria, e Sara Wilma Milano, di Abbiategrasso (Milano). Hanno stabilito di comune accordo che quel matrimonio non poteva funzionare e si sono rivolti al tribunale di Pavia. Il giudice però ha deciso che quelle nozze sono valide.

Nel corso del programma, la coppia aveva firmato un contratto in cui c'era una particolare clausola che li obbligava a portare a termine l'iter fino all'ultima puntata: in caso contrario era prevista una penale pari a 100mila euro.

C'è da dire che la produzione consente agli sposi di scegliere la separazione consensuale, entro sei mesi, facendosi carico interamente delle spese per gli avvocati.

Quando Wilma va al suo Comune di residenza viene fuori un problema: data e luogo del matrimonio non sono quelli corretti. Perché risulta celebrato non a Chiaravalle, nel Milanese, ma in provincia di Potenza. E non il 21 ma il 30 novembre. Ecco perché la separazione non si può fare.

Quindi i due chiedono l'intervento del tribunale di Pavia per ottenere l'annullamento sostenendo che si erano sposati ma non in base a una libera scelta perché avevano paura di dover pagare la penale.

Invece i giudici sostengono il contrario: entrambi sapevano a cosa andavano incontro, ed erano pienamente consapevoli.

Come andrà a finire? Intanto dalla Nonpanic Srl, la società che produce il programma, ha diffuso in queste ore una nota, che riceviamo e pubblichiamo.

"Le persone che richiedono di partecipare al programma scelgono liberamente di contrarre matrimonio davanti ad un ufficiale dello stato civile.

Ciò è a loro ben noto in quanto sono chiamati a sottoscrivere una clausola contrattuale che testualmente recita "condizione essenziale per la Sua partecipazione al Programma nei termini e modi di seguito specificati è che Lei contragga matrimonio liberamente e senza riserve [...]”.

Il contratto sottoscritto dai partecipanti non li obbliga a contrarre matrimonio né tanto meno prevede penali nel caso in cui uno o entrambi i nubendi cambino idea rispetto alla scelta di sposarsi.

Come in tutti i contratti aventi ad oggetto la partecipazione ad una produzione televisiva, il contratto di partecipazione al programma prevede l'applicazione di una penale solo in caso di violazione del patto di esclusiva e degli obblighi di riservatezza nonché l'ammonimento che l'eventuale ingiustificato abbandono del programma può causare un danno alla produzione addebitabile ai partecipanti.

Va sottolineato che l'abbandono del programma è peraltro cosa diversa dall'eventuale decisione di non procedere più alle nozze, scelta che comunque consente di proseguire nella partecipazione al programma in considerazione dell'interesse televisivo ad apprendere le motivazioni della nuova scelta.

La recente decisione del Tribunale di Pavia, nel respingere la richiesta di annullamento del matrimonio contratto nel corso del programma, ha confermato la validità del 'Matrimonio a Prima Vista' e pertanto l'assoluta veridicità dei contenuti narrati nel corso del programma stesso.

Ciò premesso, le coppie del programma sono e rimangono comunque libere - al pari di quanto consentito ad ogni altra coppia che ritenga non più tollerabile la prosecuzione della relazione matrimoniale - di richiedere e ottenere lo scioglimento del vincolo, in via consensuale o giudiziale, nei modi e nelle forme prescritti dalla legge italiana".

(Unioneonline/s.s.)
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