La serie televisiva a tinte distopiche “Black Mirror”, ideata dal genio creativo di Charlie Brooker, sta per tornare su Netflix con una nuova attesissima stagione nel mese di giugno, pronta a competere col successo riscosso da quelle precedenti.

Il suo linguaggio inusuale ed innovativo è ancora oggi inconfondibile, tracciando una vera e propria linea distintiva nel suo modo di riflettere sulle possibili degenerazioni di una società tecnologicamente assistita. A partire soprattutto dalla quarta stagione, lo show s’è dovuto confrontare con le esigenze di un pubblico ben più consistente; tuttavia - come spesso accade nelle serie antologiche - si è riscontrato un netto calo qualitativo rispetto alle prime tre. Probabilmente ciò dipende da scelte più vicine a un look realistico e meno futuristico, come invece avveniva nei primi episodi. Ma con quest’ultima stagione sembrerebbe che la serie voglia trovare una direzione più vicina allo spirito originario.

Vediamo di analizzare quanto a nostra disposizione e capire insieme perché.

Sulla sesta stagione il creatore della serie ha fatto le seguenti considerazioni: «Questa volta, accanto agli aspetti più familiari di Black Mirror abbiamo anche inserito alcuni nuovi elementi, tra cui certi che in precedenza giurai che lo show non avrebbe mai affrontato. Tutto questo per estendere i parametri di ciò che è riconoscibile come “un episodio di Black Mirror”. Le storie sono ancora tutte in pieno stile Black Mirror, ma con alcune importanti variazioni e una maggiore varietà rispetto al passato». Si direbbe allora che la varietà e la familiarità troveranno qui un potenziale incastro, mantenendo cioè gli elementi più riconoscibili dello show con una buona dose di sorprese capaci di rinnovare la formula quanto serve. 

Lo stesso Brooker afferma anche di aver inserito elementi inizialmente accantonati in fase di sceneggiatura, sperimentando nuove strade che potrebbero portare la serie a un nuovo livello. Su questo punto ovviamente non possiamo far altro se non sperare che l’esperimento abbia funzionato, dato che anche la quarta e quinta stagione hanno tentato anzitempo di compiere delle innovazioni, tuttavia senza giungere a un risultato all’altezza delle puntate precedenti e con una deriva fin troppo differente dall’impostazione di partenza. Ma anche considerato quanto il teaser trailer si sia dimostrato per certi versi rassicurante, ci auguriamo che il motore portante del progetto abbia ritrovato la sua essenza, col giusto occhio per ciò che può evolversi e migliorare. 

Disponibile alla visione sulla pagina YouTube ufficiale a partire dal 26 aprile, il teaser della nuova stagione si apre con un’astronave in orbita e chiarisce subito le sue intenzioni: optare per un’impostazione dal taglio fortemente fantascientifico. Anche stavolta quindi si adotta un immaginario futuristico, e anche stavolta l’ignoto appare oscuro e minaccioso. Ma dal breve video possiamo cogliere ulteriori elementi distintivi, come il suo modo tutto particolare di narrare attraverso le immagini la violenza, l’orrore e il grottesco. Ci aspettiamo che con l’uscita di un trailer più corposo sia possibile cogliere ulteriori aspetti poco familiari alla serie,  e per questo - da un certo punto di vista - sicuramente molto interessanti. 

Se c’è una cosa che nelle precedenti stagioni ha sempre funzionato, anche a fronte di una scrittura altalenante, è il livello delle prove interpretative degli attori coinvolti. Si parla di grandi professionisti del cinema e della tv britannica e statunitense, senza i quali non potremmo immaginare il successo che lo show ha saputo col tempo guadagnarsi. Sotto questo aspetto la sesta stagione includerà nuovi interpreti ed altri volti ormai entrati di diritto nello Star System; fra i tanti vale la pena menzionare Aaron Paul, Ben Barnes, Himesh Patel, Michael Cera, ma anche Salma Hayek, Zazie Beetz, Danny Ramirez e Josh Hartnett. Sebbene rispetto ai suddetti non si possano temere spiacevoli sorprese, ci si augura tuttavia che la scelta di nomi così importanti non sia da attribuire al tentativo di compensare una scrittura - nel peggiore dei casi - al di sotto delle aspettative.

Oltre alle dichiarazioni di Brooker è stato possibile raccogliere molte altre indiscrezioni e voci di corridoio. Stando alla rivista Variety ad esempio, i primi cinque episodi avranno un taglio fortemente cinematografico, come se si trattasse di film a se stanti. Si fa riferimento qui non certo alla durata, ma all’impostazione visiva e contenutistica con cui sono stati ideati, vale a dire con scelte dal punto di vista scenografico ed espressivo chiaramente differenti da uno stile più comune alla serie televisive.

A questo punto non rimane che incrociare le dita, pregando che gli errori compiuti durante il percorso non si ripetano e la serie posa tornare agli antichi fasti, sia in termini di notorietà sia  per i suoi valori qualitativi. Giugno, in fondo, non è poi così distante. 

Giovanni Scanu

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