Misericordia, Gloria e La Chimera. Tre film per altrettante serate proiettati nell’incantevole scenario di Cala Genovesi, angolo fatato e ricco di storia ricavato nel porto di Arbatax. Puntuale, come ogni anno all’alba d’agosto, torna Cal’a Cinema, rassegna di cinema indipendente promossa e organizzata dall’associazione Musikasurda con la direzione artistica di Marcello Murru. L’appuntamento è stato inaugurato ieri, primo agosto, nel segno del cinema d’autore al femminile, con il sipario che calerà domani sera. «A Cal’a Cinema - spiega Murru, artista locale trapiantato oltre Tirreno - i film sono come la vita, e questa volta il titolo della rassegna è un’esortazione, quella di uscire di casa per assistere al racconto di tre storie viste con gli occhi delle donne, in un momento in cui lo sguardo femminile è sottovalutato».

Quasi in un rito tribale, scandito dalle immagini e dai ritmi delle onde, gli spettatori interpretano un’umanità che esplora gli orizzonti di un mondo inedito quanto imprevedibile nel suggestivo teatro all’aperto in cui Cal’a Cinema ha trasformato, anno dopo anno, Cala Genovesi in sala cinematografica che torna ad animarsi per l’undicesima edizione. Tre serate tutte realizzate in collaborazione con il Comune di Tortolì, la Fondazione di Sardegna e la direzione artistica di Marcello Murru. «La sedia come sempre, si porta da casa», ricordano gli organizzatori. «Si respira una dimensione corale e quasi spirituale nella coreografia della Caletta dei Genovesi, con l’orizzonte che abbiamo davanti - insiste il direttore artistico - porzione di mondo dove il sole nasce, una terra destinata da sempre a risvegliarsi, a ridestarsi affinché qualcosa d’altro nasca».

Nella riflessione che accompagna l’edizione numero 11 di Cal’a Cinema, quest’anno l’intento è ritrovare quella vocazione al mondo che succede, una versione in rosa in un tempo non facile per le donne e per questo non potevano mancare le voci tanto autorevoli quanto avvincenti di Emma Dante, Margherita Vicario e Alice Rohrwacher. Tre donne che sotto le luci delle stelle, dell’antica tradizione cinematografica sanno intrecciare luoghi, i gesti e natura facendo diventare la caletta una esperienza, memoria e desiderio, il cinema un felice pretesto per riflettere su questo tempo, per viverlo e condividerlo. «I film di quest’edizione - conclude Murru - sanno cogliere i momenti più significativi del nostro oggi, restituendoci la passione che ha fatto nascere la rassegna e rendendo tutti partecipi di un momento difficile che chiede maggiore consapevolezza, una consapevolezza che può essere svegliata attraverso tre meravigliosi momenti di creatività a firma di tre donne».

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