C’è grande attesa per l’inaugurazione del cartellone 2022/23 della grande prosa al Teatro Massimo di Cagliari, la stagione teatrale organizzata dal Cedac Sardegna grazie al sostegno di Regione, ministero, Comune di Cagliari e Fondazione di Sardegna.

Saranno due grandi attori come Mariangela D’Abbraccio e Giorgio Pasotti ad aprire una carrellata di appuntamenti assemblati dalla direttrice artistica Valeria Ciabattoni, che offriranno al pubblico cagliaritano spettacoli di straordinario livello.

È ottimista il presidente del sodalizio storico che da oltre 40 anni porta il meglio delle produzioni nazionali a Cagliari e nell’Isola: “Il pubblico torna in teatro con entusiasmo e il numero di abbonamenti dimostra che gli appassionati aspettavano con ansia di superare il periodo drammatico di emergenza sanitaria per riappropriarsi degli spazi culturali delle città – dichiara Antonio Cabiddu – siamo quasi ai livelli del 2019 e abbiamo superato i 1500 abbonati, segno che l’interesse per il palcoscenico non è mai venuto meno”.

Un ricco cartellone con undici titoli da novembre ad aprile con i grandi protagonisti della scena, tra immortali classici e testi contemporanei, con incursioni nell’immaginifico mondo del nouveau cirque e quattro titoli da gennaio ad aprile nel segno dell’arte di Tersicore, dai capolavori della storia del balletto alle creazioni di importanti coreografi, per una panoramica sulle più interessanti produzioni nazionali e internazionali.

Cagliari sarà capitale del teatro e della danza con artisti del calibro di Maddalena Crippa, diretta da Peter Stein ne “Il compleanno” di Harold Pinter, in prima nazionale, e Remo Girone protagonista per “Il cacciatore di nazisti” con la regia di Giorgio Gallione.

Maria Paiato e Mariangela Granelli saranno alle prese con lo “scandaloso” e divertentissimo “Boston Marriage” di David Mamet mentre Lucrezia Lante della Rovere, accanto a Stefano Santospago, porterà in scena “La divina Sarah” di Eric-Emmanuel Schmitt.

Imperdibile l’accoppiata tutta al femminile di Maria Amelia Monti con Marina Massironi ne “Il marito invisibile” di Edoardo Erba.

Ancora “Il Malato Immaginario” di Molière nell’interpretazione di Emilio Solfrizzi, e, altra prima nazionale nel capoluogo, Ninni Bruschetta in “Mille”, originale commedia scritta e diretta da Andrea Muzzi sul paradosso della gentilezza.

Grande attesa per la mise en scène di Daniel Pennac che presenterà “Dal Sogno alla Scena”: una riflessione sul teatro che lo vedrà protagonista sul palco con Pako Ioffredo e Demi Licata.

Sfida la forza di gravità il poetico “Glob” con i clowns-acrobati de Les Foutoukours.

Per la danza quattro titoli per otto appuntamenti.

Il primo sarà con il Gran Gala dell’Ukrainian Classical Ballet tra vertiginosi assoli e pas de deux dal repertorio classico e contemporaneo.

“La Danse / Bolero” della Koresh Dance Company, due creazioni del coreografo israeliano Roni Koresh ispirate a un dipinto di Matisse e alla celebre partitura di Ravel, lasciano il posto a “Astor – Un secolo di Tango” con i danzatori del Balletto di Roma e il fisarmonicista Mario Stefano Pietrodarchi, per un omaggio al grande compositore argentino firmato da Valerio Longo e Carlos Branca e si chiude in bellezza con il “Don Juan” di Johan Inger per Aterballetto, un racconto per quadri sulla figura di Don Giovanni e sul mito dell’eterno seduttore, incostante e temerario, alla ricerca di un amore irraggiungibile.

Oggi, quindi, l’attesa inaugurazione con “Hamlet”, la pièce di Alessandro Angelini e Antonio Prisco, liberamente tratta dall'“Amleto” di William Shakespeare, in cartellone fino al 13 novembre, tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30, la domenica alle 19 e venerdì 11 novembre doppia recita con la pomeridiana alle 16.30.

Sotto i riflettori, con due autentici fuoriclasse del teatro italiano amatissimi dal pubblico come Mariangela D'Abbraccio e Giorgio Pasotti, Gerardo Maffei, Claudia Tosoni, Diego Migeni, Pio Stellaccio, Salvatore Rancatore e Andrea Papale.

Francesco Tavassi firma la regia dello spettacolo, prodotto da TSA / Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni e Fattore K, che proietta la vicenda sullo sfondo di una corte sfarzosa dove regnano vizio e corruzione, mentre il protagonista si perde nei suoi pensieri, in una dimensione quasi metafisica, tra stati d'animo ed emozioni contrastanti.

L.P.

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