Olbia e il mistero nuragico
Olbia, città costiera e motore economico della Gallura, ha un nome evocativo, città felice, vanta un patrimonio archeologico di grande rilievo culturale e testimonia varie fasi della storia dell'uomo sull'isola sarda.
All'età del Bronzo risalgono, infatti, i resti della tomba dei giganti Su mont’e s’Abe, scoperta negli anni Sessanta, dove le sepolture erano collettive. Il monumento è tra i più grandi ritrovamenti in Sardegna con i suoi 28 metri di lunghezza e 6 metri di larghezza. Peculiare l'incontro con l'epoca medievale del Castello di Pedres.
La civiltà nuragica si rintraccia nel pozzo sacro Sa Testa, dove si svolgevano i rituali del culto dell’acqua, risalente al periodo compreso tra il XV e il XIII secolo a.C. e restituito alla storia durante gli anni Trenta.
Dopo l'influenza greca sopraggiunse quella romana testimoniata dall’acquedotto Sa Rughittula. Qui, attraverso un percorso di oltre tre chilometri, si incanalavano, in una condotta sotterranea, le acque delle sorgenti di Cabu Abbas per approvvigionare le terme e la popolazione.
Vi è poi l'immenso tesoro che valorizza Olbia antica: l’area archeologica del Tempio Necropoli di San Simplicio, in prossimità della Basilica. Lo spazio in riqualificazione è integrato alla città: i lavori di scavo hanno riportato alla luce oltre 400 tombe di età romana (200 a.C./300 d.C.).

Il fascino archeologico di Arzachena
La cittadina gallurese racchiude la bellezza di un passato affascinante e tracce indelebili della storia nuragica che si evincono, tra gli altri, dal sito di Li Muri (datato a fine IV millennio a.C.), scoperto nel 1939 e unico esempio in Sardegna di sepolture a circolo. La necropoli vanta quattro circoli funerari, e in ognuno di essi, in posizione centrale, spicca un cassone in pietra che accoglieva, si presume, un massimo di due defunti.
Imperdibile è l'area nuragica de La Prisgiona, il gigante di pietra, nella valle di Capichera, composta da un nuraghe trilobato, un villaggio di circa cento capanne e un pozzo per il rifornimento idrico. Tra le capanne vi era anche quella delle riunioni, costituita da una panchina ad anello su cui sedevano le personalità più influenti.
Poco distante, a soli 700 metri, si ammira la Tomba dei giganti di Coddu ‘Ecchju, uno dei più importanti esempi di architettura funeraria nuragica. Il sepolcro, in ottimo stato di conservazione, accoglieva probabilmente i defunti del vicino villaggio di La Prisgiona. Il monumento fu costruito in due fasi: tra il XXI e il XIX secolo a.C. come tomba a galleria, poi trasformata, tra il XVIII e il XVII secolo a.C., in tomba dei giganti.
Al centro si rivela la grande stele, alta oltre quattro metri e  decorata da una cornice: la piccola apertura alla base era depositaria delle offerte all’interno della tomba.
Il tour archeologico ad Arzachena prosegue verso la celebre Tomba dei giganti di Li Lolghi, realizzata in granito, tra le più grandi dell'isola con una lunghezza complessiva del sepolcro di ben ventisette metri. Le importanti dimensioni e la maestosità del monumento affermano il prestigio della comunità oltre che la loro presenza. La sua enorme stele monolitica, di oltre tre metri e posizionata al centro, simboleggia la porta dell’aldilà. 

Il patrimonio archeologico nel nord Sardegna

Cosa vedere
Meraviglie da scoprire tra Olbia e Arzachena

Olbia ha tanti luoghi da conoscere. Dell’età del Bronzo sono circa cinquanta siti nuragici: la Tomba dei giganti di su Monte de s’Ave, il nuraghe riu Mulinu, il villaggio di Belveghile. Lungo la costa emergono incantevoli calette, come le quattro splendide insenature di Porto Istana. La più antica testimonianza della diffusione del cristianesimo sull’isola è la suggestiva Basilica di San Simplicio.
Altra testimonianza dell’età del Bronzo, ad Arzachena, si ha con il nuraghe Albucciu, immerso nei boschi di olivastri. E poi il monti incappiddhatu (monte col cappello), una roccia definita il Fungo, nel pieno centro storico.

La cultura culinaria contadina, pastorale e dei pescatori

Cosa mangiare
Sapori semplici frutto dell'antica tradizione casereccia

La cucina olbiese deriva dai prodotti della Gallura.
Per chi ama lo street food, da provare il famoso panino al polpo, farcito con polpo cotto e condito con olio, aglio e prezzemolo. Specialità olbiese sono le cozze cucinate in vari modi: crude, alla marinara, gratinate, preparate in zuppe e gustate con pasta e salse verdi.
Anche la gastronomia di Arzachena è influenzata dai sapori galluresi. Il cinghiale alla montagnina è servito con purè di patate, polenta, cavolo rosso stufato o gnocchetti. Ben nota è la bontà della lavorazione di formaggi e salumi e l'importanza della viticoltura con il Vermentino di Gallura DOCG.

Feste e Sagre da segnalare:
Il patrono olbiese è celebrato a metà maggio con la coinvolgente Festa di San Simplicio: un corteo in costume accompagna la processione. Ai festeggiamenti si uniscono anche il palio della Stella e la Sagra delle cozze.
A settembre, ad Arzachena, si svolge la Festa patronale di Santa Maria della Neve con appuntamenti religiosi e popolari.

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