I musei, custodi del passato
A Carbonia, il Museo Paleontologico E.A. Martel nasce nel 1972, aperto al pubblico nel 2009, e viene ospitato nell'ex officina della grande miniera di Serbariu, accanto al Museo del Carbone. Qui si compie un viaggio nel tempo di milioni di anni: fossili e scheletri di piccoli animali ma anche dinosauri, scimmie e Mammuth estinti che abitavano la Sardegna.
L'obiettivo del polo museale è la divulgazione della storia geologica del Sulcis-Iglesiente, l'area di terra più antico d'Italia. Celebre è l'esposizione permanente dello scheletro del Tirannosaurus Rex
Altro esempio di riqualificazione a favore della storia archeologica del territorio sud-occidentale dell'isola è il MACC, museo d’Arte contemporanea di Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco. L'ex mattatoio comunale, abbandonato per oltre quarant’anni, ospita oggi il museo. La collezione permanente si focalizza sulle opere donate da Ermanno Leinardi e su capolavori dell'arte astratta di importanti maestri dagli anni Trenta agli anni moderni sino agli artisti della sperimentazione sarda. A rotazione si susseguono mostre temporanee e tematiche.

La chiesa nel borgo fantasma
Nel cuore del Sulcis Iglesiente, a pochi chilometri dalla costa, sorge maestosa la (ex) cattedrale di Santa Maria di Monserrato che domina la vecchia Tratalias. Il borgo medievale fu abbandonato nella seconda metà del XX secolo, dopo i cedimenti del terreno a causa della diga di Monte Pranu, e poi rifondato nelle vicinanze.
Costruita tra il 1212 e il 1282, la chiesa è un gioiello di stile tardo-romanico intitolato, in epoca catalano-aragonese, alla Madonna di Monserrat: in pietra sedimentaria e vulcanica locale.

Un salto sull'isola di Sant’Antioco
Il paese di Sant'Antioco, sulla sponda dell'omonima isola, di cui è il centro più importante accoglie la Basilica e la Catacomba del santo Martire, per il quale la devozione si è tramandata nei secoli, rendendo questi luoghi il fulcro della cristianità in Sardegna. La Catacomba, unica in tutta la regione ha custodito il simulacro di Antioco dalla sua morte nel 127 d.C sino al 1615 e, ancora oggi, è luogo di preghiera e pellegrinaggio. Sopra la Catacomba, (intorno al V/VI secolo) venne edificata la Basilica: una delle tre chiese di origine bizantina più antiche. 
Qui, fu scavato il Villaggio Ipogeo tra il VI e III secolo a. C. dai Cartaginesi. La sepoltura fenicia dell’incinerazione del defunto fu sostituita con le camere sepolcrali. Durante il Medioevo pastori e agricoltori profanarono le tombe trasformandole in abitazioni. Le tombe furono denominate, nel dialetto locale, Is gruttas e le genti Is gruttaiusu, caratterizzando la storia di Sant’Antioco fino al 1970. Sino al 1998 il villaggio fu noto come Sa arruga de is gruttas e, oggi, alcune camere funerarie sono allestite con manufatti ottenuti dall’intreccio della palma nana.

Il tour della zona si caratterizza anche da altre ricchezze storiche da visitare:

Cosa vedere
Le bellezze naturali nel Sulcis
All’ingresso di Carbonia si trova una delle gallerie minerarie più ampie dell'isola: la Miniera di Serbariu, oggi dismessa e sede del Museo del Carbone.
A Sant’Antioco, sopravvive l’ultima depositaria della lavorazione del bisso, la seta del mare, Chiara Vigo e il Museo Vivente.
In zona Santadi, la ricchezza marina si rintraccia nelle grotte Is Zuddas, uno scenario sotterraneo unico creato dalla continua azione dell’acqua da oltre 600 milioni di anni.
Perla del Sulcis Iglesiente è l’ex sito minerario di Porto Flavia, col Museo delle Macchine da Miniera.
Verso Fluminimaggiore si ammirano i resti del Tempio di Antas.

E altrettante prelibatezze della tradizione culinaria da gustare:

Cosa mangiare
Il Sulcis è per tutti i gusti
La cucina del Sulcis-Iglesiente spazia notevolmente. Il tonno di Carloforte e il carciofo spinoso, Pilau di Calasetta, accompagnati da un buon Carignano DOC di Santadi ben noto all'estero.
Su Casu Cottu di capra, è il tipico formaggio cotto della zona di Fluminimaggiore.
Una specialità anche a Gonnesa è il Cascà: il cous cous di carne o pesce e verdure di stagione. 
Il pani con tamatiga è un piatto genuino che profuma di tradizione: pane farcito con pomodori maturi tipici della zona.
I Malloreddus, gnocchetti di semola di grano duro e fatti a mano, nel Sulcis-Iglesiente si insaporiscono con l’aggiunta di pezzi di salsiccia fresca rosolata.


Nella zona dell'oristanese numerose sono le ricorrenze che propongono momenti di condivisione, ecco alcuni appuntamenti di Feste e Sagre da segnalare:
Tra maggio e giugno si compie la manifestazione del Girotonno a Carloforte.
La Festa di Santo Antioco Martire patrono della Sardegna è una delle più antiche d'Europa, Sa Festa Manna, si tiene il lunedì quindici giorni dopo la Pasqua.
A Santadi a inizio agosto, da vedere è il Matrimonio Mauritano, con un cerimoniale dalle antiche tradizioni rurali. 
A Gonnesa ad agosto si va alla sagra del pane tradizionale.
A Fluminimaggiore molto sentiti sono i fuochi di sant’Antonio abate il 16 gennaio.
Festa patronale di Tratalias in onore della Santa Maria di Monserrato nel mese di maggio.

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