Si spazia in grandi aree, nella provincia di Oristano, che raccolgono numerosi tesori archeologici chiese campestri tra i loro borghi d'arte immersi in una microstoria caratterizzata dal patrimonio di menhir, domus de janas e nuraghi da (ri)scoprire passo dopo passo.

L'eredità nuragica sulle sponde del Lago Omodeo
La narrazione delle bellezze della Sardegna parte dal cuore dell'Isola dove, tra caratteristici borghi e un mare di verde si ammirano le evidenze archeologiche che da sempre attirano visitatori dall'isola e oltre.
In quel di Sedilo, millenario borgo agropastorale del Guilcer affacciato sul Lago Omodeo, si estende il parco geologico, dove si trova la Reggia nuragica di Iloi composta da nuraghe trilobato, villaggio e due tombe dei Giganti.
La seconda tomba è stata scavata in più momenti, nel 1987, 1988, 1990, ben conservata e mostra il classico schema planimetrico: corpo centrale absidato e corridoio funerario coperto; la prima tomba, il nuraghe e il villaggio sono ancora in corso di scavo.
Poco distante la necropoli di Ispiluncas, composta da ben 33 domus de Janas (di cui dieci visitabili).
In prossimità della Valle del Tirso, verso Ghilarza, la testimonianza archeologica si rintraccia nel Nuraghe di Orgono, monumento dalla singolare evoluzione dell’architettura nuragica: costruito in più fasi, dalla tipica forma allungata, ovoidale. Una prima parte a copertura naviforme venne poi rifasciata e la camera superiore, di cui rimangono i primi filari, fu edificata in un momento successivo. Gli scavi effettuati sul nuraghe testimoniano la frequentazione del sito dall’età del Bronzo Medio all’epoca romana. Dalla sommità si scorge la pianura e le costruzioni nuragiche più deteriorate.
Nel Barigadu, regione storica della Sardegna centrale, uno spettacolo imperdibile si trova vicino al borgo di Sorradile: la Necropoli di Prunittu, il complesso delle infinite Domus de Janas, casa delle fate. Di origine neolitica (3500 a.c.) le piccole grotte incastonate nella rocce sul fianco di una collina, generano degli scorci architettonici fascinosi e molte di queste domus evidenziano tracce di riutilizzo.

L'archeologia lungo la valle del Tirso
Nella Sardegna centro-occidentale, sull'altopiano basaltico di Abbasanta si inserisce l'area archeologica di Santa Cristina: una delle più importanti zone sacre di età nuragica. Il nome deriva dalla chiesetta campestre di santa Cristina, (XI secolo), con 36 muristenes, caratteristiche casette per i pellegrini. Il sito si sdoppia in due nuclei: il primo ha un tempio a pozzo, risalente al Bronzo e abbracciato da un recinto sacro (themenos); il secondo conta il Nuraghe Santa Cristina, più antico del pozzo sacro (XV a.C.), un monotorre circolare, alto sei metri e largo tredici.
Altra notevole testimonianza megalitiche della civiltà nuragica della provincia oristanese è il Nuraghe Losa, in origine, nurache ‘e losas, ovvero nuraghe delle tombe, i cui primi scavi risalgono agli anni ottanta dell’800. La sua funzione difensiva si espresse nella sua efficacia militare di protezione e ricovero agli abitanti delle capanne circostanti e di osservazione a lunghi giorni di assedio durante i conflitti.

Cosa vedere
Nuraghe e chiese antiche nell'archeologia di Oristano
Nel vasto territorio dell'oristanese si può ammirare la Necropoli di Ispiluncas, con circa una trentina freDomus de Janas, testimoni della frequentazione prenuragica del territorio. Si suggerisce nella frazione di Zuri, la Chiesa di San Pietro in trachite rossa, in stile romanico, ricomposta su un’altura con l’impiego di materiali originali. Nelle vicinanze di Sedilo si trova l'importante complesso di Su Monte, un santuario scoperto negli anni Ottanta che conta varie strutture inserite all’interno di un grande recinto e attorno a una struttura principale cultuale: un tempietto a pianta circolare realizzato con blocchi.

Cosa mangiare
La cucina semplice comincia dal pane fatto in casa
La tradizione della zona si concentra sul pane tipico zicchiladu, fresa, pane modde e il pani imbinau: piatto che sfrutta il vino bianco usato per macerare la carne di maiale nella produzione di salsiccia fresca. Tipico dell'oristanese è Sa Merca, uno dei piatti a base di muggine avvolto nella zibba. Della tradizione semplice il Su Coccoi, pane a pasta dura a forma di lumaca o carciofo, preparato per le feste. Tipico della cucina semplice del paese: i pomodori ripieni di verdure, sas tramatas prenas. Della zona, celebre è anche l’arrosto di pecora e Su Ghisau, stufato di vari tipi di carni. Immancabili i mostaccioli.

Tragitto: Il Nuraghe Losa è facilmente raggiungibile se si percorre la Strada Statale 131.
L’area archeologica di Santa Cristina si trova circa 4 chilometri a sud di Paulilatino, sulla Strada Statale 131 Sassari-Cagliari.
Per raggiungere il complesso nuragico di Iloi stare sulla SS 131bis (Abbasanta-Nuoro), occorre prendere l'uscita per Sedilo.
Anche il Nuraghe di Orgono ben visibile dalla Strada Statale 131 DCN.
La Necropoli di Su Prunittu si trova a 1 chilometro fuori Sorradile

Feste e Sagre: il 6 luglio si celebra s'Ardia, la giostra dei cavalieri in onore di Costantino, a Sedilo. La provincia di Oristano si caratterizza per la ben nota Corsa degli scalzi il 31 agosto a Cabras e si segnala anche della Sagra de su pani fattu in domu a Ottobre (dal al 25 al 27) a Villaurbana.

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Realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio

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