Da lunedì le imprese possono nuovo presentare le domande per richiedere gli incentivi previsti dai nuovi Contratti di sviluppo.

I termini per le richieste (chiuse inizialmente il 4 agosto scorso) sono stati riaperti mediante un decreto pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico.

Nel provvedimento è stata introdotta la clausola per quelle aziende che si impegneranno, nel caso di un incremento occupazionale delle loro attività, ad assumere prioritariamente coloro che percepiscono interventi di sostegno al reddito, disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo e lavoratori di aziende coinvolte in tavoli di crisi attivi presso il Mise.

Il Contratto di sviluppo è un’agevolazione gestita da Invitalia, che consente di finanziare programmi di sviluppo industriali, anche relativi all’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; programmi di sviluppo per la tutela ambientale o per le attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.

La misura può finanziare anche programmi di ricerca, sviluppo e innovazione, oltre che opere infrastrutturali.
L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro oppure a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi solamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

L’investimento minimo è ridotto a 7,5 milioni di euro anche per i programmi di investimento che prevedono interventi da realizzare nelle aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.

Le agevolazioni sono concesse in queste forme, anche in combinazione tra loro: finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili; contributo in conto interessi; contributo in conto impianti; contributo diretto alla spesa.

(Unioneonline/F)

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