Sul palco dello Zecchino d’Oro il piccolo Massimiliano, figlio di un emigrato sardo in Polonia
Presenterà la canzone “Il maglione”, di lui i genitori raccontano che già da quando era nella culla gli cantavano le ninne nanne in sardoNon ha ancora compiuto sette anni ma Massimiliano Peralta è pronto per affrontare il palco dello Zecchino d’Oro, 65esima edizione. Figlio di Giovanni, emigrato in Polonia da Padria, nel Sassarese, e di Martyna Kasprzyk, cantante lirica di Varsavia, rappresenterà la Sardegna alla gara canora per bambini più famosa in Italia.
“Il maglione”, questo il titolo, è la canzone con testo di Filippo Pascuzzi e musica di Filippo Pascuzzi e Davide Civaschi in arte Cesareo (di Elio e le Storie tese), che Massimiliano canterà per il pubblico a novembre, su Rai 1 sotto la direzione artistica di Carlo Conti.
Sarà quindi il 44esimo piccolo solista dal 1959 a oggi ad avere un legame con la Sardegna, un legame fortissimo perché fin da quando era molto piccolo i genitori gli cantavano le ninne nanne in sardo.
Il padre Giovanni, tra i fondatori del circolo sardo “Shardana” della capitale polacca, insegna Fisica in inglese in una scuola di Varsavia, la moglie l’ha conosciuta invece a Londra, dove lui si stava specializzando e lei studiava alla Royal Academy. “Nella nostra relazione – racconta a L’Unione Sarda – abbiamo cominciato subito a parlare in italiano, adesso in casa usiamo anche il polacco e io con Massimiliano spesso il sardo. Ho frequentato dei corsi di polacco, sia per rispetto nei confronti di mia moglie, che parla benissimo italiano, sia perché nella gestione dei bambini, tra insegnanti e scuola, è necessario”.
Padria è la tappa fissa di ogni anno, dove la famiglia torna, insieme all’altro figlio minore, Leonardo, per le vacanze. “Ci sentiamo parte di questa comunità”, confermano Giovanni e Martyna.
Quante lingue parla Massimiliano?
“Polacco, italiano, un po’ il sardo perché conosce diverse canzoni come ‘Duru duru’ o le strofe di ‘Trallallera’, ora comincia a muovere i primi passi con l’inglese. Tra poco andrà a scuola, perché in Polonia cominciano a 7 anni, ma in Sardegna abbiamo trovato dei libri, con protagonisti dei personaggi di fumetti e cartoni animati, scritti in sardo, quindi glieli leggiamo”.
Quando è nata la passione per il canto?
“A due anni e mezzo ha cantato la prima canzone, da piccolo ha seguito spesso i concerti della mamma, è abituato alla musica, la sente tutti i giorni. Martyna gli ha trasmesso l’amore per quest’arte”.
Com’è nata l’idea di iscriverlo alle selezioni per lo Zecchino d’Oro?
“Avevamo già provato due anni fa, perché aveva imparato, sentendo un cd, alcuni dei brani più famosi di sempre, ‘Volevo un gatto nero’ e “Il valzer del moscerino’, ma non era stato scelto. Quest’anno abbiamo tentato di nuovo, inviando un video. Siamo stati contattati a giugno e poi convocati per le selezioni finali. Ovviamente, essendo più grande, anche lui capiva molto di più la canzone e il testo”.
Come si preparerà per la gara?
“Proprio parlando del testo, è sicuramente difficile per un bambino che vive in Polonia, è tutto in italiano, eppure con l’aiuto della mamma l’ha imparato in un giorno, è stato un po’ come un gioco. Ora ci hanno consigliato di non farlo esercitare durante le vacanze, a settembre ci invieranno del materiale per riprendere gli esercizi”.
Si emozionerà sul palco?
“Non credo, intanto perché tutte le persone dello staff fanno sentire i bambini a loro agio, sono bravissime in questo. E poi Massimiliano ha già cantato in pubblico, anche in sardo, e questa sua propensione per il campo artistico è una costante nella sua vita e nella sua crescita”.
Gli piace la canzone “Il maglione”?
“Molto, inizialmente gli è sembrata difficile e poi invece è partito in quarta”.
Come si trova quando andate a Padria?
“Gli piace è dire poco: ha scoperto che si può giocare per strada dopo cena, è una realtà più a misura d’uomo e di bambino rispetto alla grande Varsavia. Ci sono tanti amici, tante cose nuove da scoprire”.
Che bambino è Massimiliano?
“Lui si descrive ‘un po’ monellino’. Ha un carattere estroverso, molto aperto con tutti, gli piace la danza, e in generale tutto ciò che ha a che fare con l’arte”.
Ha già deciso cosa vorrà fare da grande?
“Per ora no, dice il calciatore. Nel Milan, ma è una scelta dettata dalla mia influenza, lo ammetto”.
Pensate di trasferirvi in Sardegna?
“Sarebbe molto bello, purtroppo per ora è impossibile riprodurre lì le condizioni che abbiamo in Polonia, tra il mio insegnamento e la carriera di mia moglie. Ci accontentiamo di andare a Padria un paio di volte l’anno e immergerci per qualche settimana in quella realtà unica per noi”.