Preghiere in sardo e in piemontese – variante linguistica di “canton Gurgo” – sono riecheggiate a Pettinengo (Biella) nella chiesa dedicata ai santi Grato di Aosta ed Eusebio da Cagliari su iniziativa del circolo sardo “Su Nuraghe”, presieduto da Battista Saiu.

Il rosario  (foto concessa)
Il rosario  (foto concessa)
Il rosario (foto concessa)

Nel corso del mese mariano il rosario è stato guidato dal diacono Elio Ceresa: «Momenti serali di riflessione e di sosta nella accelerazione della quotidianità, addolciti dalle melodie e dal suono delle parole del cuore, con “su Rosariu cantadu”, “il Rosario cantato”, nella forma tradizionale diffusa in tutta l’Isola in diverse varianti – spiega Salvatorica Oppes di “Su Nuraghe -. Gli ha fatto da contrappunto la recita in piemontese nella variante linguistica di “canton Gurgo”, codificata e messa a punto dagli oranti. La modalità biellese di pregare è un unicum nel panorama devozionale-linguistico: forma in grado di favorire nuovi approcci di socialità e di fede all’insegna della tradizione. Tradizione nei canti e nelle orazioni, ma anche in “su cumbidu”, il consueto rinfresco con specialità sarde e piemontesi: un insieme materiale e immateriale - fatto anche di gesti e di parole – che dà concretezza al significato del verbo latino “trādĕre”, da cui deriva, e che, qui, attinge il molteplice significato di "consegnare, tramandare, trasmettere, narrare, riferire, lasciare in eredità».

(Unioneonline/s.s.)

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