Un appuntamento per celebrare, anche a Monza, il ricordo delle vittime delle Foibe.

Marisa Brugna, esule istriana, attraverso le pagine del suo libro, "Memoria negata", ha raccontato quanto accaduto in quegli anni.

Una pagina nera della storia italiana a partire dal 1949 quando, a soli sette anni e con la sua famiglia, la piccola Marisa lasciò il piccolo paese di Orsera. Per ben dieci anni la sua vita si svolse da un campo profughi all'altro sino ad approdare ad Alghero Fertilia, in Sardegna, con altri tremila profughi Istriani.

Secondo Marisa Brugna una memoria negata, poco conosciuta, che andrebbe restituita e condivisa, almeno per giustizia.

Con l'occasione dell'appuntamento, organizzato sabato 8 febbraio dal circolo culturale Sardegna di Monza, Concorezzo e Vimercate, ha preso poi la parola Milena Bracesco, dell'Associazione Nazionale Ex Deportati. Figlia di un deportato morto ad Auschwitz, Bracesco ha tenuto una relazione sulla storia del popolo istriano e sulle cause, dopo la fine della guerra nel 1945,della crudeltà Titina delle Foibe.

Gianraimondo Farina dell'università Cattolica di Milano e del direttivo del Circolo Culturale Sardegna di Monza ha poi tracciato un quadro della storia del popolo Istriano e Sloveno, dalla conquista asburgica al 1918, e poi sino ai tragici eventi dell'esodo di questi italiani, abbandonati a se stessi.

Ofelia Usai, vice presidente del Circolo Culturale Sardegna di Monza, ha letto una poesia dedicata agli esuli istriani, che furono ospitati anche a Monza nella villa reale.

"Dobbiamo ringraziare che grazie alla presa di coscienza, contro le guerre, dei popoli democratici europei, abbiamo avuto 75 anni di pace", le parole conclusive del presidente del Circolo Culturale Sardegna di Monza, Salvatore Carta.

(Unioneonline/v.l.)

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