La brezza del Poetto, i colori e gli scorci storici. L'unicità dei panorami, anche, da qualunque punto della città li si guardi. «Compresi quelli meno modaioli». Se dovesse fare uno spot su Cagliari, Jacopo Scano non avrebbe dubbi. «Ci metterei anche qualche scena di interazione tra cagliaritani e visitatori». E il sottofondo? «Opterei per la musica tradizionale ma arrangiata, come mio solito, in un sound da trailer».

Cittadino del mondo

Ventinove anni a luglio, il regista oggi si divide tra il capoluogo piemontese e San Francisco, mantiene stretto il legame con la sua terra d'origine: Guido, il padre, presidente del Centro internazionale ricerche musicali nonché titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio di Parma, è cagliaritano (la famiglia degli Scano giuristi) che vive da anni tra Emilia Romagna e Piemonte, dove condivide la passione per la musica con la moglie, la pianista Claudia Mattiotto.

«Ritorno spesso in Sardegna, almeno in estate, e ogni volta mi sento pervaso da questa fortissima sensazione di appartenenza: qui c'è gran parte della famiglia e io mi sento sardo a tutti gli effetti», racconta al telefono da Torino, dove è impegnato a realizzare una serie di spot per il Museo dell'automobile. Perché Jack, così lo chiamano tutti, passa da un cortometraggio su temi importanti come l'Alzheimer (“A new place”, in America ha vinto come miglior film al Tmff ed è stato finalista al Prince of prestige Academy award) a uno spot per le più importanti aziende, ma senza dimenticare i videoclip musicali. Il tutto in autoproduzione, con la sua associazione “Aimer picture”.

Giovane talento

Un giovane talento che ha respirato arte fin da piccolissimo, avendo mamma e papà musicisti. «La musica piace anche a me, nel tempo libero suono il sax, è importantissima nel lavoro che faccio. Ritornando indietro nel tempo mi rivedo affascinato dal film “La leggenda del pianista sull'oceano”, forse da lì è iniziata la mia predisposizione a raccontare storie».

La formazione

La prima volta che ha preso in mano una telecamera era il 2010 e da lì è iniziata la sua ascesa, agevolata dal talento unito allo studio: corso di laurea triennale, a Parma, in Beni artistici e dello spettacolo, poi il master in Regia cinematografica alla Academy of art University di San Francisco. Il tutto arricchito da innumerevoli workshop e corsi: di recitazione con Pupi Avati, un altro alla Prague film school e alla New York film Academy di Firenze. Tanti i successi: a cominciare, quando ancora era liceale, dalla vittoria al contest on line per la “Dove”. Lavoro che l'anno successivo gli ha permesso di essere tra i cinquecento più giovani artisti vincitori di premi all'estero. Poi le finali a decine di contest pubblicitari e i premi per i cortometraggi, la sua più grande passione. «Sicuramente le maggiori soddisfazioni le ho proprio con i corto: ne ho fatto 4 e quasi tutti sono girati in Sardegna». Uno di questi “Beyond Depth”, racconta la storia di un giovane che, a seguito di un incidente stradale, entra in coma e si ritrova in un Paradiso terrestre rappresentato dal mare e dalle dune di Piscinas, nel territorio di Arbus.

Futuro negli Usa

Il suo futuro lo immagina negli Stati Uniti, ma giusto per una questione di opportunità: «Avendo la passione per il cinema, è chiaro che sia il luogo dove maggiori sono le occasioni». La sua strada, oramai, sembra tracciata e la tenacia sarda lo potrebbe portare da Torino a Hollywood, passando per San Francisco. Ma senza dimenticare Cagliari.

Cinzia Simbula

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