A spezzare la vita di Gianluca Vialli è stato uno dei tumori più aggressivi, quello del pancreas, considerato uno dei “Big Killer” dell'oncologia, tanto che secondo stime recenti nel prossimo decennio potrebbe diventare la seconda causa di morte nei Paesi occidentali.

Soltanto in Italia, si stima che ci siano oltre 14.000 casi ogni anno e sono numerose le vittime illustri: dallo scrittore Dino Buzzati, che da adolescente perse il padre per questa stessa malattia, al tenore Luciano Pavarotti, fino al fondatore di Apple Steve Jobs, al quale il tumore al pancreas era stato diagnosticato nell'ottobre 2003 e con la malattia è vissuto per ben otto anni, fino al 5 ottobre 2011.

Di tumore del pancreas sono morte anche la prima astronauta americana, Sally Ride, e le attrici Anna Magnani e Mariangela Melato; nel mondo del calcio Giacinto Facchetti, Giuseppe Meazza e Omar Sivori.

Sconfiggerlo è ancora molto difficile: la malattia è ad oggi quarta causa di morte nelle donne e sesta negli uomini, con una sopravvivenza a 5 anni di appena l'8%, mentre solo il 3% di chi si ammala riesce a sopravvivere 10 anni.

Di questa malattia esistono diverse forme e la più comune è l'adenocarcinoma, ma in tutti i casi è un nemico silenzioso, che non si manifesta con sintomi riconoscibili; per questo motivo uno dei problemi più grandi è la diagnosi, che molto spesso arriva quando il tumore è ormai in una fase avanzata e ha generato metastasi.

Tra le sfide della medicina c’è proprio quella di riuscire a fare una diagnosi precoce, prima che la situazione diventi irreparabile. Ancora tanta la strada da fare anche per capire le cause della malattia, che ha origine nelle vie che trasportano gli enzimi digestivi prodotti dal pancreas e che porta le cellule dell'organo a moltiplicarsi in modo incontrollato.

Tra i fattori di rischio, il fumo è considerato uno dei principali: eliminarlo aiuta a prevenire la malattia, così come possono fare molto un'alimentazione e uno stile di vita sani.

Tanti gli ostacoli da superare, ma la ricerca sta facendo passi in avanti su più fronti. Per esempio, si comincia a utilizzare l'intelligenza artificiale per controllare l'esito delle terapie, si è riusciti a identificare le cellule staminali motore delle metastasi, aprendo la strada a possibili farmaci per neutralizzarle; infine, è in corso la ricerca su un vaccino terapeutico che punta a fermare la progressione del tumore scegliendo come bersaglio le sue caratteristiche molecolari. 

(Unioneonline/L)

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