«Il tumore al seno è il più diffuso in Italia, dove fa registrare circa 53.000 nuovi casi all’anno (1.500 in Sardegna), con un’incidenza in aumento dello 0,3% a fronte di una riduzione della mortalità dello 0,8%». Questi alcuni dei dati che riporta il primo ospite della puntata di “15 minuti con…” (talk di approfondimento sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione col gruppo Unione Sarda), il dottor Massimo Dessena, chirurgo senologo che opera al Policlinico Duilio Casula, dove presta servizio anche il secondo ospite intervenuto, il ginecologo Maurizio D’Alterio.

Durante il programma condotto dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e relazioni esterne dell’Aou, Dessena spiega che «oggi la terapia chirurgica per il tumore alla mammella registra altissime percentuali di guarigione, (più del 90%): una cifra che aumenta ancora per tumori molto piccoli e diagnosticati in fase precoce, grazie a efficaci programmi di screening (ecografie e mammografie), che permettono di riscontrare evidenze tumorali di appena 4 o 5 millimetri. Un’evenienza, quest’ultima, connessa all’attenzione che la paziente adotta nella prevenzione della patologia; è consigliabile per tutte le donne, dai 40 anni in su, di sottoporsi con regolarità a una mammografia (se tra consanguinei con mutazione nel DNA “BRCA1 e 2” sono stati diagnosticati tumori al seno o all’ovaio, è opportuno effettuare esami di controllo con ecografia dai 25 anni). Inoltre è fondamentale adottare uno stile di vita sano, controllando il peso e praticando attività fisica».

«La diagnosi precoce dovuta a un’adeguata prevenzione», rimarca il chirurgo, «permette di adottare terapie sempre meno invasive per curare il tumore. Difatti, laddove sia necessario l’intervento, si asporta solo una parte della mammella; o se non fosse possibile si attua una ricostruzione durante l’intervento, ottenendo un buon risultato estetico. Di solito si opera in Day Hospital, altrimenti non si andrebbe oltre pochi giorni di ricovero, e garantendo alle pazienti di ritornare alla vita di prima».

Queste considerazioni avvalorano l’importanza dell’H-Open Week legata ai Bollini Rosa, in quanto, evidenzia il dottor D’Alterio, «sono il riconoscimento che l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Fondazione Onda) attribuisce dal 2007 agli ospedali italiani ‘vicini alle donne’, ossia quelle strutture che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili. Nell’ultima valutazione aziendale l’Aou di Cagliari ha ricevuto due bollini rosa, confermando l’eccellenza della nostra assistenza clinica in questo settore».

Luca Mirarchi

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