I più si danno a “pasticci” di ogni genere (35%), il 31% reagisce con una perdita d’appetito, all’opposto, il 13% si sfoga aumentando abbondantemente la quantità di cibo ingerito, un 6% arriva ad assumere alcolici. Totale: sono ben otto su dieci i sardi che di fronte allo stress faticano a controllarsi nelle scelte alimentari e ne subiscono in modo significativo gli effetti. Una condizione che ha le carte in regola per diventare sempre più frequente in vite moderne quanto mai piene d’ansia e di tensioni.

Comportamenti alimentari come questi spesso non restano senza conseguenze e finiscono per incidere sullo stato generale di benessere, provocando sensazioni di gonfiore (riferite dal 37% degli abitanti della Sardegna), bruciore o acidità (33%), o anche senso di nausea e pesantezza (12%).

Ma, naturalmente, non c’è solo questo nel rapporto dei sardi con la tavola. Gli abitanti della Sardegna riconoscono l’importanza dell’alimentazione come fattore centrale per la salute e come forma di prevenzione. Per uno su quattro (21%), prima ancora che un piacere o una necessità, è un modo di restare in forma, e uno su due (53%) cerca con costanza di seguire una dieta di buona qualità anche tra gli impegni di lavoro o comunque quando si trova fuori casa, resistendo alle tentazioni della fretta o della pura gola.

Anche perché la maggior parte dei sardi indica nel pranzo il pasto principale della giornata (69%), seguito dalla prima colazione (21%) e dalla cena (10%). Tra le problematiche a cui si dichiarano particolarmente sensibili e attenti attraverso l’alimentazione, le malattie cardiovascolari (42%), il sovrappeso (35%), la ritenzione idrica (21%) e il diabete (21%).

«L’alimentazione è una componente centrale nella gestione della salute, da accompagnare a uno stile di vita attivo e a controlli medici periodici», commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand del Gruppo Realestyle. «Riteniamo sia molto importante favorire una sempre maggiore diffusione di una cultura dell’alimentazione, fondata su conoscenze e informazioni che permettano di adottare comportamenti virtuosi e adeguati. Per questo, da anni collaboriamo con Slow Food con iniziative di sensibilizzazione ad alto impatto territoriale».

«Slow Food si impegna ogni giorno a diffondere i principi di un'alimentazione attenta, basata sulla conoscenza e il piacere del convivio», commenta Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. «Diffondiamo un approccio diverso, che non considera il cibo come una commodity o semplice nutrimento per il corpo, e che resiste a un modello di sviluppo basato sul consumo e la velocità. Quello che proponiamo è un modo diverso di vivere, produrre e mangiare, in armonia con la terra».

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