Dal contatore del sito Neodemos abbiamo appreso che la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi. E pensare che nel 1800 eravamo appena 1 miliardo. La crescita maggiore è stata negli ultimi 40 anni, passata dai 4 miliardi del 1974 ad oggi. Da tempo ci chiediamo come trovare le risorse per dare a tutti gli abitanti della terra gli strumenti ed i mezzi necessari alla crescita ed allo sviluppo che -dobbiamo ammettere - è frutto anche dei progressi della medicina e del miglioramento delle condizioni di vita in quelle aree del pianeta dove prima dilagavano malattie e fame.

CALO DEMOGRAFICO - Le Nazioni Unite prevedono un calo demografico dell’Occidente. Europa, Nord America, compresi Australia e Giappone resteranno fermi a 1,3 miliardi. Gli over 65 anni entro il 2050 supereranno gli under 25. Entro quella data la popolazione mondiale sarà di 10 miliardi con Africa e Asia in testa. Gli abitanti dell’Africa saliranno a 2,3 miliardi mentre l’Europa scenderà da 445 a 403 milioni. Il 26 novembre l’Istat ha varato le previsioni demografiche per il nostro Paese relative al periodo 2020-2070. Alla fine di questo periodo la nostra popolazione potrebbe scendere a 47 milioni e 586 mila abitanti, con una perdita di 12 milioni di abitanti nonostante l’elevato numero (milioni) di nuovi immigrati. Al dicembre 2020, il saldo fra 405 mila nascite e 740 mila morti è stato negativo di 335 mila. Su una popolazione italiana di 59 milioni e 400 mila abitanti abbiamo 10 milioni di giovani e quasi 18 milioni di over 60 e nei prossimi 20 anni la popolazione in età lavorativa calerà di 6,8 milioni mentre quella in età di pensione aumenterà di 6,6 milioni. Sono proiezioni demografiche molto verosimili. Crollo demografico e invecchiamento una sfida non solo per l’occidente. Dare uno sguardo al futuro è estremamente importante.

RICERCA SULL’UTERO ARTIFICIALE - Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dalla Monash University, a Melbourne ha ottenuto il primo modello artificiale di embrione umano, chiamato iBlastoide. Partendo da cellule della pelle riprogrammate. Serve per studiare i primissimi stadi dello sviluppo umano. Nella primavera passata il New York Times ha riferito che un team di ricerca israeliano ha compiuto il primo vero passo verso il perfezionamento dell’utero artificiale riuscendo a far crescere “in bottiglia” degli embrioni di topo rimuovendoli dall’utero materno e facendoli sviluppare in utero artificiale fino a circa metà della loro gestazione, precisando che nell’uomo a questo stadio di sviluppo, si parlerebbe già di feto. Gli studi sull’utero artificiale non erano mai giunti fino a questo punto. L’UE sta finanziando il progetto (2019-2024) per l’utero artificiale con un budget totale di 3 miliardi. Si porranno interrogativi di carattere etico e soprattutto giuridico. La donna perderebbe la prerogativa naturale di dare alla vita altri esseri umani. Chiunque potrà aver diritto ad avere un figlio. L’età dei genitori non è più un ostacolo, essendo prodotti da una macchina. Forme di eugenetica si potrebbero presentare. Un nuovo mondo si aprirà ed avrà bisogno di nuove regole. Ma tutto questo nuovo mondo troverà un impulso impetuoso dall’invecchiamento e dalla crescente infertilità. Nel versante dell’invecchiamento della popolazione almeno in questa fase non si punta tanto ad allungare la vita. Si vuole rallentare l’invecchiamento per avere un’età biologica più bassa di quella anagrafica di diversi anni. Questo consentirà meno costi sanitari, una partecipazione alla vita sociale più completa. Come ci si sta muovendo? L'estrema longevità è il paradigma dell'invecchiamento sano. Infatti gli individui che hanno raggiunto i decenni estremi della vita umana hanno evitato o in gran parte posticipato tutte le principali malattie legate all'età.

LO STUDIO ITALIANO - Un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna ha pubblicato uno studio sulla rivista eLife dal titolo “Whole-genome sequencing analysis of semi-supercentenarians”. Scopo dello studio era valutare le mutazioni genetiche correlate all’età. Per la prima volta è stato sequenziato l’intero genoma di una coorte di persone caratterizzate da “estrema longevità”. Lo studio pertanto ha interessato 81 semi-supercentenari (105 anni) e supercentenari (110 anni), (età media: 106,6 ± 1,6) e di 36 controlli sani non correlati geograficamente (età media 68,0 ± 5.9) reclutati in Italia. La popolazione studiata è risultata avere un peculiare background genetico associato a meccanismi di riparazione del DNA efficienti. I risultati di questo studio suggerivano che efficienti meccanismi di riparazione del DNA e la presenza di un basso numero di mutazioni somatiche in geni specifici sono due elementi centrali nel proteggere le persone estremamente longeve dalle malattie legate all'età. La conferma è avvenuta dallo studio di una seconda coorte indipendente di 333 centenari italiani e 358 controlli geograficamente abbinati. Diventare sì vecchi, ma senza la vecchiaia è l’obbiettivo che si vuole raggiungere. La difficoltà maggiore è passare dallo studio in laboratorio dove è abbastanza semplice rallentare l’invecchiamento cellulare al mondo reale fatto di persone.

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LE SCOPERTE - La riprogrammazione cellulare è una tecnica scoperta nel 2006 dallo scienziato Shinya Yamanaka, co-vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2012 e scopritore delle cellule staminali pluripotenti indotte, una rivelazione che aveva aperto alla possibilità di riportare cellule adulte sviluppate a uno stadio simil-embrionale. Egli ha reso delle cellule "pluripotenti", scoprendo che ogni cellula può diventare qualsiasi altra cellula. In questo senso ha potuto lavorare sulla riprogrammazione cellulare, facendo esperimenti sui topi e sperando un giorno di portarla sugli esseri umani. Ma una ricerca pubblicata sulla rivista Nature nel dicembre 2020, firmata dal biologo molecolare David Sinclair della Harvard Medical School di Boston apre nuovi orizzonti nella riprogrammazione cellulare. Sinclair ha dimostrato che le cellule nervose della retina dell’occhio, se opportunamente “riprogrammate”, possono ringiovanire e recuperare le funzioni perse. Vale a dire: una vista migliore. Anche in questo caso, gli esperimenti sono stati condotti su alcuni esemplari di topi. La start up Altos Labs è una creatura di Jeff Bezos che sta investendo soldi non solo perché crede di poter usufruire dei vantaggi personali da questa ricerca, ma anche perché si preannuncia un mercato mondiale interessantissimo, un nuovo Eldorado. Della star up fanno parete anche Shinya Yamanaka e l’ex supermanager farmaceutico Hal Barron, 59 anni, finora in forze alla multinazionale britannica GlaxoSmithKline. Al nuovo consiglio d’amministrazione si aggiunge un maxi investimento del valore di tre miliardi di dollari nei prossimi piani di ricerca e sviluppo. Comunque il futuro non dovrà essere solo la ricerca del profitto. Andrew Steele, è un fisico passato alla biogerontologia conosciuto anche per la pubblicazione di un libro Ageless: the New Science of Getting Older Without Getting Old, che ricapitola anche i concetti più sopra espressi. Con in più concetti assodati che portano a concludere che fare una vita con una dieta sana, fare esercizio fisico regolarmente, mantenere un peso corporeo adeguato, non bere quantità eccessive di alcol e non fumare, possono aumentare l'aspettativa di vita fino a 10 anni. Ma oltre a tutto quello che la ricerca scientifica apporterà alla vita dei cittadini dei prossimi 50 anni la sfida più importante non solo sarà immaginare, ma costruire un modello di società di fine secolo, quando l’uomo avrà cominciato a lasciare la vecchia terra per costruire nuove colonie umane sulla Luna e su Marte .

Antonio Barracca

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