Vicinissimo agli ospedali e all'eliporto per fornire più rapidamente un servizio sempre più richiesto in Sardegna. Sono 4.000 le sedute di ossigenoterapia erogate all'anno per diverse patologie: gangrena, embolia gassosa o arteriosa, innesti cutanei e ipoacusia improvvisa, giusto per fare qualche esempio.

«Abbiamo richieste soprattutto dal sassarese, da Nuoro, Oristano e da Olbia, poi collaboriamo con gli altri due centri sardi. Le richieste sono in aumento anche perché la ricerca scientifica scova nuove patologie che possono essere trattate con l'ossigenoterapia iperbarica», spiega Alfonso Bolognini, direttore sanitario del Centro Iperbarico Sassarese.

Il centro che ha iniziato a operare a Platamona nel 2005 si sta trasferendo nella nuova sede sassarese di via Venezia 3. «Abbiamo già trasferito la camera iperbarica e stiamo sistemando i locali. L'area è più grande e questo ci consentirà di lavorare meglio. Abbiamo fatto uno studio climatico per posizionare il centro in un'area molto luminosa, Quando saremo a regime avremo un'autonomia energetica del 40% grazie al fotovoltaico».

La camera iperbarica e lo staff

La camera è da 12 posti. Lo staff è composto oltre che dal direttore sanitario (Bolognini), da due medici (Angelo Puggioni e Alessandro Pinna), un'infermiera professionale che è anche tecnico iperbarico (Alessandra Contieri), un tecnico iperbarico (Antonello Sanna) e un operatore socio sanitario (Pietro Sias), più due coordinatori amministrativi (Stefano Iannito e Daniela Ena).

Le patologie trattate

La Società italiana di medicina subacquea e iperbarica (Simsi) dà una lista di indicazioni basata sulla medicina delle evidenze. Tra queste intossicazione da monossido di carbonio, embolia gassosa e arteriosa. Il dottor Bolognini aggiunge: «Abbiamo grandissima richiesta da tutta l'Isola per intervenire sulla necrosi asettica della testa del femore che colpisce tutte l'età e differenti categorie, anche obesi e fumatori. Negli stadi più lievi i trattamenti portano a un'ottima guarigione. In campo ortopedico curiamo i pazienti con algodistrofia, una malattia che provoca dolore e impotenza dell'arto colpito. L'ossigenoterapia iperbarica è utilizzata pure per le osteomieliti, le infezioni dello ossa, in un trattamento coordinato con l'infettivologo e il chirurgo ortopedico. Gli ospedali ci mandando anche i pazienti affetti da ipoacusia improvvisa, una sordità che compare improvvisamente».

Il centro sassarese offre anche un servizio per la cura e la terapia delle ferite difficili, che comprendono ad esempio il piede diabetico, complicanza in ascesa in Sardegna. «Qualsiasi processo riparativo non avviene se la pressione parziale di ossigeno dei tessuti è inferiore

ai 40 millimetri di mercurio (valore normale maggiore di 50) l'ossigenazione crea un eccesso di ossigeno disciolto nel plasma che normalizza i valori di ossigeno nei tessuti e si attivano dei meccanismi farmacologici di up regulation: attivazione del collagene, effetto neoangiogenetico (produzione di nuovi vasi), un potente effetto antinfiammatorio tramite le Beta 2 integrine che servono per l'adesione dei leucociti nei vasi sanguigni, si ha una modulazione dell'ossido nitrico e la mobilizzazione di cellule staminali».

Lotta ai batteri

Il centro è poi indicato per le gangrene, come evidenza il direttore sanitario: «Un effetto farmacologico è l'effetto batteriostatico e battericida verso particolari batteri anaerobi. Ogni anno trattiamo 8 pazienti da tutta la Sardegna affetti da sindrome di Fournier, una gangrena molto grave che può portare alla morte». L'ossigenoterapia è non solo efficace per diverse patologie, ma consente anche di accorciar e i tempi di ricovero. Bolognini fa un esempio: «Diamo supporto nella terapia ricostruttiva con i lembi nella chirurgia oncologica maxillofacciale altamente demolitiva, perché l'ossigenoterapia favorisce l'attecchimento dei lembi».

Giampiero Marras

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Estetica, no al “fai da te”

Look naturale, trattamenti che rispettano le caratteristiche del viso ma, soprattutto, scientificamente testati e sicuri. La medicina estetica si rinnova, continuando a conquistare popolarità dalle giovani alle over 80.

E, da dopo il lockdown, ha visto una crescita che non è stata frenata dall'utilizzo delle mascherine e neppure dalla minor vita sociale dei due anni passati. A fare il punto su tendenze e nuove terapie è il 43° congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (Sime), da cui arriva il monito: evitare i filler fai da te e non fidarsi di chi asseconda in modo acritico le richieste di ritocchi per seguire le mode del momento.

«Rispetto al pre Covid, il 2021 e l'inizio del 2022 hanno visto una spinta verso la medicina estetica, al Nord come al Sud, tra ragazze e donne in età avanzata, ma anche tra gli uomini, che sono una minoranza in costante aumento. Spinti dalle ore passate in video call, i trattamenti di filler per le labbra sono aumentati di circa il 10% e lo stesso vale per il botulino per la fronte e le rughe intorno agli occhi», afferma Emanuele Bartoletti, presidente Sime.

Sottolineata dall'utilizzo delle mascherine che nascondevano il resto del volto, la zona degli occhi è stata una delle protagoniste nei due anni trascorsi. Se la blefaroplastica ha visto un aumento nei due anni trascorsi, la chirurgia non è l'unica opzione per migliorare lo sguardo. «Si possono usare - spiega Bartoletti - filler a base di acido ialuronico o idrossiapatite di calcio per riempire un occhio troppo scavato. Ma sono stati messi a punto anche trattamenti di biostimolazione per la regione perioculare e procedure di medicina rigenerativa, come pappe di piastrine e staminali da tessuto adiposo».

Il trattamento migliore per il decolleté resta invece la prevenzione, perché tutte le terapie di medicina estetica hanno effetti limitati in questa zona. «Biostimolazione e fili di sospensione - afferma il dottor Bartoletti - possono essere usati solo in fase iniziale. In caso di lieve cedimento, è efficace l'endolift, una fibra ottica inserita sotto il derma per riattaccare i tessuti superficiali a quelli profondi. Quando, invece, il problema è avanzato, l'unica terapia è il lifting».

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