Da 80 chili negli anni Ottanta a 40 chili pro capite di pane all’anno consumati in Italia. Sono i dati emersi in occasione della “Giornata Mondiale del Pane e dell’Alimentazione” nella sede del Porto Conte Ricerche a Tramariglio, un evento celebrativo per parlare di pane e prodotti della filiera, organizzato oggi ad Alghero dal Porto Conte Ricerche e l’Accademia Sarda del Lievito Madre.

Il convegno dal titolo “Il Pane alimento globale – Analisi del comparto e prospettive future”, è stato un momento di confronto e discussione con gli operatori del settore. Sono intervenuti i rappresentanti delle aziende della filiera cerealicola (mulini, panifici, pastifici), i ristoratori, le associazioni di categoria e gli alunni delle scuole alberghiere di Sassari e Alghero, che prepareranno dei piatti a base di pane da consumare durante la pausa pranzo. Sono stati analizzati i prezzi su tutti il territorio nazionale rivelando che in alcune città si arrivano a pagare 12 euro al chilo, con una media che varia dai 2 ai 6 euro al chilo.

«Occorre fare una riflessione seria  - sostiene Gavino Sini, amministratore unico di Porto Conte Ricerche - necessaria per capire come reintrodurre sempre di più questo alimento nelle nostre diete mediterranee, in considerazione del ridotto consumo del pane in Italia». Oltre all’inflazione subentrano altri fattori che contribuiscono ai rincari alimentari come la posizione del punto vendita.

Di fronte al cambiamento delle abitudini alimentari, della diminuzione del consumo del pane, legato all’aspetto economico-finanziario, c’è la necessità di creare una economia circolare che consenta di ricostruire la filiera anche attraverso nuovi studi e ricerche di maggiore sostenibilità dal punto di vista nutrizionale. 

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