Le patologie tiroidee sono le più frequenti malattie endocrine e possono essere causa di modificazioni metaboliche con inferenze sull’appetito, sulla forza muscolare, sulla termogenesi, sulle funzioni cardiovascolari, psichiche, intestinali e, persino, sulla sfera sessuale e riproduttiva. In Italia sono 6 milioni le persone con problemi alla tiroide, a cui si associa una prevalenza di patologie non gravi e curabili e la Sardegna è in linea con il resto del Paese.

Al Policlinico Duilio Casula c’è un pool di specialisti che accompagnano il paziente in tutto il suo percorso, dalla diagnosi alla cura fino alla chirurgia. Il pool è guidato dal professor Pietro Giorgio Calò, direttore della Chirurgia Polispecialistica, e dal professor Andrea Loviselli, direttore di Endocrinologia.

«L'alterazione più frequente – spiega professor Loviselli – è la carenza di produzione ormonale o ipotiroidismo, dovuto nella maggior parte dei casi alla famosa Tiroidite di Hashimoto, con una prevalenza del 3,5/100 circa nelle donne e dello 0,6/100 circa negli uomini e costituisce motivo del 2,3% delle visite di medicina generale. Presenta una sintomatologia talvolta importante, aspecifica che, frequentemente può indurre a diagnosi erronee diverse prima del corretto orientamento confondendosi spesso con la depressione di cui può essere oltretutto causa o concausa».

La sovrapproduzione ormonale denominata ipertiroidismo, dice ancora Loviselli, «è meno frequente (0.5% nelle donne, 0,05 negli uomini) e presenta sintomatologia tipica quale tachicardia, sudorazione calda e fini tremori alle mani; richiede pronta diagnosi per le conseguenze cardiocircolatorie e ossee. Entrambe le forme possono essere di riscontro occasionale a seguito di accertamenti generici ma in tal caso presentano soprattutto la cosi detta forma subclinica, asintomatica ma rilevabile solo per lievi alterazioni dei valori ormonali».

Generalmente asintomatici con esordio clinico sotto forma di nodulo nella regione anteriore del collo sono i tumori della tiroide che per fortuna hanno una evoluzione benigna, anche se istologicamente maligni, in quanto permettono una sopravvivenza a 10 anni nel 90% dei casi. Meno frequenti sono le tiroiditi subacute che possono presentare una sintomatologia "doppia" prima tipicamente ipertiroidea e successivamente ipotiroidea per poi riprendere spontaneamente, nella maggior parte dei casi, una normale funzione.

Un particolare tipo di tiroidite è costituita dalla tiroidite post partum che ha appunto un esordio dopo il parto ma che può essere sospettata anticipatamente dal riscontro dei classici anticorpi antiperossidasi tiroidea (AbTPO) nel terzo mese di gravidanza. Il grande vantaggio diagnostico che la tiroide offre al medico ed al paziente è appunto la sua sede alla base del collo che rende quasi sempre visibile e sospettabile l'interessamento della ghiandola nella sintomatologia del paziente.

Per quanto riguarda la chirurgia della tiroide si va sempre più verso un approccio personalizzato, spiega Pietro Giorgio Calò che è anche presidente nazionale dello SIUEC, Società Italiana Unitaria di Endocrino-chirurgia. «Si è portati a considerare – dice Calò - che gli interventi mininvasivi e robotici della tiroide possano portare meno complicanze: la probabilità di complicanze negli interventi sulla tiroide non è correlata con la tecnica impiegata. Gli interventi mininvasivi sono preferiti per la possibilità di avere sul collo segni quasi invisibili ma, queste tecniche sono riservate alle tiroidi e ai noduli più piccoli. La chirurgia della tiroide va sempre più verso un approccio personalizzato su ogni singolo paziente e sulle caratteristiche della ghiandola e del nodulo».

Fondamentale, prosegue il direttore della Chirurgia Polispecialistica, è la prevenzione ma anche una corretta informazione. Ed è stato proprio questo il tema affrontato nella settimana mondiale della tiroide (dal 25 al 31 maggio), negli ambulatori e nelle chirurgie. «Il nostro obiettivo – conclude Calò – è essere sempre accanto ai cittadini».

Red. Ins.

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Psicologo online: è boom

“Teleterapia”: viene chiamato così - facendo un calco dal più diffuso “telemedicina” - il fenomeno della psicoterapia online. Un fenomeno esploso durante la pandemia e destinato a rimanere, che si è diffuso anche tra terapeuti e pazienti sardi: secondo i dati della piattaforma Serenis - che affianca le persone nella ricerca di un giusto e soddisfacente percorso psicologico - infatti, le richieste di terapia online sono cresciute in tutta italia e anche in Sardegna, con problematiche legate a stress/burnout (35,76%) e terapia di coppia (21,59%) che insieme totalizzano oltre il 57% di recensioni online nella regione. Seguono depressione (18,47%), adolescenza (15,08%) e ansia (9,10%).

Quello della psicologia online sembra un fenomeno destinato a rimanere: infatti, il 96% dei terapeuti ha dichiarato di aver sperimentato (con soddisfazione) la terapia online negli ultimi due anni, a fronte del 21% del 2019. L’online, insomma, piace a tutti: terapeuti e pazienti. Ma è sempre vero?

A fare il punto sullo stato della “digitalizzazione” della psicoterapia e del benessere mentale (anche in Sardegna) è la stessa Serenis (www.serenis.it), che annuncia la prima edizione del Progetto Polaris, un’iniziativa nata da un lato per premiare i terapeuti che si sono distinti per presenza digitale, dall’altro per portare un po’ di chiarezza in un mondo - quello della terapia online - che spesso nasconde come principali insidie cattiva informazione, bassa professionalità e persino “truffe”.

«Quello della qualità della terapia online è un tema importante: su internet si trova davvero di tutto. La One Mind PsyberGuide, un’associazione americana senza scopo di lucro che si occupa di digital health, ha censito più di 10.000 app nell’ambito del benessere mentale, quasi sempre sviluppate senza nessun supporto scientifico. Ma non è tutto: online bisogna stare attenti agli abusi professionali, con psicologi o psicoterapeuti che operano senza averne i requisiti - spiega Daniele Francescon, cofounder di serenis.it, che a sua volta si è dotata di un Medical Advisory Board esterno, un organo indipendente che certifica e supervisiona i processi della piattaforma da un punto di vista scientifico.

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