Non ci sono sbarre alle porte finestre affacciate sul parco. In compenso, nel più grande reparto d’Italia, è nata una soft room (stanza morbida): un locale totalmente imbottito e dotato di maxi schermo che trasmette immagini e musiche rilassanti. È tutto colorato e studiato nei dettagli, dalle luci agli arredi, moderni, sicuri e antilesionismo. Una risposta concreta ai tanti bimbi e adolescenti affetti da disturbi psichiatrici, offerta dal Meyer di Firenze e portata avanti dalla sarda Tiziana Pisano.

La svolta

Una momento storico per l’ospedale pediatrico del capoluogo toscano, che dalla sua fondazione può vantare per la prima volta un reparto apposito, pensato e realizzato per i piccoli pazienti con problemi di salute mentale. Ma probabilmente la svolta storica riguarda tutta l’Italia: perché il nuovo gioiello inaugurato pochi giorni fa e a pieno ritmo dal primo febbraio, aumenta di fatto i posti letto dedicati a una branca della medicina per la quale non ci sono ancora spazi adeguati e sufficienti. Mancano all’appello 150 posti, secondo la recente indagine dell’Aopi, Associazione ospedali pediatrici italiani, un numero che stride con i disturbi in aumento tra le fasce più giovani. «I disturbi alimentari sono aumentati tantissimo, quadruplicati a livello nazionale, ma parliamo anche di casi di autolesionismo sempre più gravi, dai piccoli tagli si è passati a ferite vere e proprie, e di tentativi di suicidio. Ma sono cresciuti anche gli stati di psicosi, i fenomeni depressivi, i casi di abuso di sostanze stupefacenti, e i disturbi della condotta», spiega la dottoressa.

«Stiamo assistendo a una pandemia dentro la pandemia: per quanto riguarda i disturbi alimentari i numeri hanno continuato ad aumentare e assistiamo a casi più gravi. Abbiamo anche pazienti di dieci anni». Così lo spazio creato all’interno del Dipartimento di Neuroscienze del Meyer sembra ancora più prezioso.

Il nuovo reparto Sei stanze singole e sei doppie, per un totale di dodici posti letto. Predisposte perché i genitori possano dormire con il proprio figlio. «Questo ci consente di migliorare anche in termini di gestione e situazioni delicate». Con due ale separate: una dedicata ai ricoveri, e l’altra adibita ai Dh e ambulatori. La stanza morbida è una delle novità: è interamente imbottita, anche il pavimento. «Imbottiture grosse che permettono di evitare che i pazienti si possano far male. Abbiamo visto che funziona, e i ragazzi ci vanno volentieri». A pochi giorni dal trasferimento da Villa Ulivella, sede distaccata, con otto posti letto, gestita comunque dal Meyer, dove era confinata la psichiatria infantile, il reparto è già pieno.

La dottoressa sarda

Un’eccellenza nell’eccellenza, perché al di là dell’importanza dello spazio appena inaugurato, anche la Pisano lo è. La dottoressa sarda che cura la mente dei più piccoli e combatte lo stigma («Ancora esiste», è forse un valore aggiunto per questo angolo raro in tutta Italia. Uno di quei famosi cervelli in fuga che ha cercato - e trovato gratificazione - altrove. «In Sardegna non c’era spazio per me». Dopo la laurea a Cagliari, ha iniziato la specializzazione conclusa a Pisa, all’Irccs Fondazione Stella Maris, centro d’avanguardia per la diagnosi, l’assistenza, la riabilitazione e la ricerca scientifica nell’ambito della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, con tesi sotto la supervisione del professor Guerrini, allora direttore dell'unità di Epilettologia. Si è specializzata in Toscana, ha fatto quattro anni allo Stella Maris nella neuropsichiatra infantile. Nel 2007 torna in Sardegna, per un anno lavora nella clinica di Neuropsichiatria infantile di Cagliari. Poi riparte, direzione Aston University di Birmingham, con master and back. È tornata indietro, e ha vinto il concorso al Meyer. «Sono qui dal 2009, diciamo che mi sono adattata. Ma mi trovo molto bene. Firenze ormai è la mia nuova casa». Eccolo il valore aggiunto dei bimbi del Meyer, il cervello sardo costretto a guardare altrove.

Sara Marci

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