Non sono insetti, ma rappresentano una delle maggiori paure di grandi e piccini: stiamo parlando dei ragni. I loro morsi sono generalmente innocui, ma in una piccola percentuale di casi possono comportare ferite necrotiche e rivelarsi addirittura mortali.

Quasi sempre è sufficiente una semplice manovra di pronto soccorso, come l’applicazione del ghiaccio, per evitare che possano esserci conseguenze. Nel nostro Paese sono pochissimi gli esemplari davvero pericolosi: uno di questi è diffuso prevalentemente in Sardegna (oltre che in Sicilia e in alcune isole minori) ed è il Loxosceles rufescens, noto come “ragno violino” per una macchia scura presente sul dorso.

Attenzione anche alla Lycosa tarantula (o tarantola), un ragno ricoperto di peli neri e marroni molto diffuso nel Centro e nel Sud del Paese, e la Latrodectus mactans, nota come vedova nera.

La minaccia del ragno violino

Il ragno violino, in particolare, è un esemplare di colore marrone-giallastro di dimensioni ridotte (7-9 millimetri), ma con lunghe zampe. Si tratta di un ragno particolarmente longevo: la vita media è di quattro anni, ma può superare anche i dieci. Può vivere per mesi senza acqua e cibo ed è un animale tipicamente notturno. Generalmente riesce a spostarsi all’interno delle abitazioni passando attraverso le intercapedini di porte e finestre, oppure nei condotti di aerazione. Può essere molto velenoso per l’uomo: può provocare delle ulcere importanti, da trattare chirurgicamente. Il morso è inizialmente asintomatico, ma nelle ore successive compare una lesione arrossata con prurito, bruciore e formicolii: questa lesione può ulcerarsi nel giro di 48-72 ore dall’attacco. Oltre all’iniezione del veleno, con la puntura il ragno può infatti veicolare dei batteri che proliferano e complicano il decorso della ferita. I tessuti tendono alla liquefazione e il soggetto morso può sviluppare febbre, danni ai muscoli, ai reni ed emorragie.

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