Con le belle giornate si esce con maggiore frequenza, si sta all’aria aperta e si cerca un po’ di divertimento con amici e parenti. Ma c’è qualche controindicazione: punture e morsi di insetto (e aracnidi) sono infatti comuni in primavera e in estate. Solitamente i sintomi durano solo qualche ora, ma è fondamentale tenere d’occhio queste “micro ferite” per evitare che possano degenerare.

Gli effetti

Si stima che in Italia siano circa 6 milioni le persone che, nel corso dell’anno, vengono punte almeno una volta dagli imenotteri (api, vespe e calabroni). Un numero in crescita e forse anche sottostimato, visto che non tutti i soggetti che vengono punti hanno necessità di rivolgersi al medico o al farmacista. L’infiammazione causata dalla puntura di insetti, nota come ponfo (o pomfo), varia a seconda dell’animale responsabile. Quando siamo punti da una zanzara viene introdotta nel nostro organismo una sostanza tossica allergizzante che provoca prurito, la cui durata generalmente non supera qualche ora, anche se la reazione dipende dalla singola persona.

Il discorso cambia quando si viene colpiti da animali più pericolosi, come api, vespe e calabroni. Si possono avere infatti due reazioni: quella non allergica si manifesta generalmente con un bruciore molto intenso, un rigonfiamento della zona colpita e un forte prurito nella sede della puntura; quella allergica comprende sintomi simili ma estesi a un’area molto più ampia, a cui si aggiungono difficoltà a respirare, riduzione della pressione e dolore al petto. Vi è inoltre una possibile complicazione provocata dal pungiglione, che potrebbe rimanere inserito nella pelle: bisogna cercare di toglierlo con grande delicatezza.

Attenzione a intervenire con la classica pinzetta: si rischia infatti di spremere ulteriore veleno e, soprattutto, di spezzare il pungiglione stesso. Meglio allora aiutarsi con un ago.

In generale, i soggetti allergici devono sempre avere al seguito i farmaci necessari per arginare la reazione. Anche per i non allergici si consiglia di recarsi in Pronto soccorso se si viene punti in zone sensibili come la bocca, il naso e l’occhio, oppure se si subiscono diverse punture contemporanee, come può capitare quando ci si trova nei dintorni di un alveare.

Come comportarsi

Se si viene colpiti da una zanzara, il prurito è generalmente temporaneo: di solito non si raccomanda l’applicazione di medicinali, ma in caso di fastidio molto forte o di ponfo particolarmente grande si può scegliere di utilizzare degli stick specifici, a base di ammoniaca e prodotti naturali. Se il rigonfiamento supera le dimensioni di una moneta, previo consulto con un medico, si può procedere con l’applicazione di una crema a base di antistaminico o di cortisone nei casi più gravi. È inutile incidere una “x” con le unghie sul ponfo: è una credenza diffusa da molto tempo, ma che in realtà non porta alcun beneficio.

Se invece si viene colpiti da animali come api, vespe e calabroni è opportuno disinfettare la puntura con acqua ossigenata o euclorina; immergere la zona interessata in acqua fredda, oppure applicare del ghiaccio per ridurre il dolore e rallentare l’entrata in circolo del veleno; quindi, solo dopo qualche minuto, ricorrere a una crema al cortisone.

C’è poi un’altra puntura che può rivelarsi insidiosa: quella della zecca (un aracnide). Questa tipologia può dare i primi sintomi anche dopo sei o sette ore: l’anestetico iniettato dalla zecca è molto potente, rende l’area colpita insensibile e ritarda la fase dolorosa. Si tratta di un morso molto frequente quando si passeggia in zone caratterizzate da vegetazione incolta. Nei casi peggiori, la puntura di zecca può originare delle patologie molto gravi, come la borreliosi (o malattia di Lyme), una problematica sistemica che coinvolge tutto l’organismo, con sintomi come malessere generale, febbre, dolori muscolari e articolari. Se non trattata per tempo, può provocare conseguenze serie. Arrivare alla diagnosi, inoltre, non è semplice: i sintomi iniziali sono tipici di molte infezioni comuni: i pazienti non si rendono conto di essere stati punti a causa delle caratteristiche delle zecche e superata la fase precoce si entra in un lungo periodo asintomatico, seguito poi dalla cosiddetta fase tardiva.

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