La diagnosi precoce dei tumori cutanei - e dunque anche del melanoma - assume un ruolo fondamentale. Il primo passo per arrivare alla diagnosi è chiaramente una routine efficace di esami di controllo: rivolgersi a un dermatologo a scadenze regolari è la scelta giusta per monitorare costantemente la propria situazione.

Gli esami

L’osservazione dei nei avviene tramite uno strumento noto come “microscopio a epiluminescenza”, o dermatoscopio. La procedura è semplice e indolore per il paziente e consente al dermatologo di visualizzare l’aspetto interno di un neo. Nei soggetti che presentano un maggiore rischio di tumore della pelle, l’immagine ottenuta dal dermatoscopio può essere acquisita da un computer e archiviata per successivi confronti in occasione di nuove visite di controllo. Per perfezionare la diagnosi si può anche ricorrere all’esame istologico tramite una biopsia cutanea, che si effettua in anestesia locale e prevede un’asportazione completa della lesione (biopsia escissionale) oppure una parte del tessuto qualora le lesioni siano di grandi dimensioni (biopsia incisionale). L’esame consente di definire a che stadio si trova il tumore.

La stadiazione

La valutazione della stadiazione avviene tramite alcuni parametri definiti. Si stimano infatti la profondità di invasione del melanoma, l’ulcerazione, l’invasione linfovascolare e il numero di cellule che si stanno dividendo, per segnalare la capacità di diffusione del melanoma e il grado di aggressività. Si va anche alla ricerca della presenza delle cellule del melanoma anche nei linfonodi più vicini, che vengono asportati per essere analizzati. Lo specialista verifica poi la presenza di eventuali metastasi sottoponendo il paziente ad alcuni esami strumentali: tutti aspetti che consentono di definire con esattezza la stadiazione completa della malattia.

La genetica

Oltre ai fattori di rischio ambientali, bisogna tenere in considerazione che alcuni pazienti sono maggiormente soggetti a sviluppare un melanoma. I fattori genetici - storia familiare di melanoma cutaneo, presenza della mutazione ereditaria del gene CDKN2A - incidono così come quelli fenotipici: un soggetto con un fototipo cutaneo chiaro, un neo melanocitico congenito largo o un elevato numero di nei ha maggiore possibilità di trovarsi alle prese con un melanoma. Vi è inoltre un tasso di pericolo legato alla recidiva: è stato infatti stabilito che chi ha già sofferto di questo tipo di neoplasia ha più possibilità di sviluppare un secondo melanoma primario in futuro rispetto a chi invece non ne ha già sviluppato uno.

Le varianti

Esistono quattro varianti principali di melanoma: quello di tipo lentigo maligna (5-10% dei casi), che insorge specialmente negli anziani e si localizza soprattutto sul volto, dove assume l’aspetto di una macchia; il nodulare (10-15% dei casi), la cui diagnosi è molto difficile perché può non presentare una colorazione tumorale; quello a diffusione superficiale, il più comune (60-70% dei casi), che predilige il dorso negli uomini e le gambe nelle donne; l’acrolentigginoso, il più raro, che si localizza alle estremità degli arti.

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