La laringite è uno dei problemi principali a carico delle vie respiratorie: colpisce prevalentemente le mucose e le strutture laringee, che in caso di cronicizzazione rischiano addirittura di subire una modificazione anatomica permanente. La laringite si distingue infatti in due tipologie: quella acuta e quella cronica. Le cause sono generalmente di natura infettiva, prevalentemente virale e solo in misura minore batterica o fungina, oppure dovute a un utilizzo eccessivo delle corde vocali, al reflusso gastroesofageo o all’inalazione di vapori tossici. L’eccessiva stimolazione meccanica della laringe può scatenare un’infiammazione che porta alla laringite. Questo può succedere in persone che usano frequentemente la voce per motivi professionali, come cantanti, insegnanti o speaker, quelle che la usano per un prolungato periodo di tempo nella giornata o che urlano per un tempo limitato ma senza essere adeguatamente preparate (questo è il caso dei tifosi allo stadio, che spesso sviluppano una laringite acuta senza coglierne fino in fondo la sintomatologia). Il bruciore causato dal reflusso può sfociare in una infiammazione della laringe. Si presenta come secchezza alla gola: gli acidi gastrici che risalgono verso la bocca irritano le mucose, provocando bocca amara e tosse secca. In questo caso la laringite è causata proprio dai processi infiammatori a carico della mucosa faringea e si presenta come la sensazione di un nodo in gola e di fastidio alla deglutizione. Questo può essere trattato con rimedi naturali, come l’impiego di un umidificatore. La cronicizzazione è invece un fattore tipico dei soggetti che abusano di sigarette e alcol.

I sintomi

I sintomi della laringite acuta sono molteplici. Il principale è un senso di fastidio e dolore alla gola, accentuato dai colpi di tosse, specie in caso di concomitante interessamento della trachea (laringo-tracheite) o durante la deglutizione di cibo e saliva. Tosse secca, stizzosa e insistente, seguita dopo qualche giorno da tosse produttiva con emissione di catarro e possibile ingrossamento dei linfonodi del collo. Si possono manifestare anche febbre non elevata, malessere generale e astenia (senso di stanchezza), disfonia (raucedine) o afonia completa (la voce diviene roca e si abbassa o scompare completamente). Solo in pochi casi si presenta dispnea (disagio respiratorio), che può degenerare in crisi di soffocamento con laringospasmo. Le caratteristiche della laringite cronica sono diverse: un senso di fastidio alla gola, privo però di un vero e proprio dolore che è tipico della modalità acuta. Aumenta la raucedine, così come la tosse irritativa persistente. Con il passare del tempo, può comparire l’ispessimento delle corde vocali, con possibile formazione di polipi che vanno ad alterare ulteriormente il timbro di voce.

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Gli esami necessari per una diagnosi

La diagnosi di laringite prevede un esame iniziale delle vie aeree, condotto con l’ausilio di fibre ottiche rigide o flessibili. La fibrolaringoscopia è un esame che si esegue introducendo un tubicino flessibile nel naso e che, percorrendo le vie aeree, arriva a raggiungere le corde vocali. Una microtelecamera e sistemi video di magnificazione dell’immagine, oltre che sistemi di videoregistrazione, rendono possibile la visione “allargata” della laringe, per un migliore giudizio diagnostico.

Il trattamento

Il trattamento farmacologico delle laringiti deve essere effettuato solamente se indicato dal proprio medico di fiducia. Nelle laringiti acute molte cure sono mirate sui sintomi e quindi in caso di catarro si consiglia l’utilizzo di mucolitici. Il riposo fonatorio è fondamentale, osservando le tre regole della voce: non alzare il tono, non parlare molto e non farlo troppo velocemente. Tutto ciò perché in parte il problema è muscolare e l’affaticamento dei muscoli vocali non aiuta a ritrovare la voce. I corticosteroidi vengono utilizzati per ridurre l’edema e l’infiammazione. Nei casi di diagnosi di infezione batterica, si procede invece con la somministrazione dell’antibiotico. In presenza di reflusso gastroesofageo la terapia con inibitori della pompa protonica e antiacidi è fondamentale. Nelle laringiti pediatriche l’uso del cortisone evita che il problema degeneri in dispnea, in particolare quella notturna, che può aggravarsi e mettere a rischio la vita del piccolo paziente. Nei casi in cui la dispnea non si risolva, diventa necessaria l’intubazione oro-tracheale oppure la tracheotomia.

È bene ricordare che il fumo e l’alcol vanno eliminati totalmente dalle abitudini del paziente, altrimenti ogni terapia messa in atto per risolvere la laringite, soprattutto quella cronica e a evoluzione degenerativa, risulta vana.

La laringite acuta vede risolvere i propri sintomi solitamente in una settimana, anche se in alcuni casi può protrarsi più a lungo. La laringite cronica dura invece settimane o mesi in base alla gravità della condizione.

La soluzione chirurgica

Il ricorso all’operazione chirurgica si rivela necessario quando si deve procedere con l’asportazione di polipi e noduli delle corde vocali, un problema caratteristico delle laringiti croniche, spesso dovuto agli effetti di un abuso di fumo di sigaretta. Nei casi peggiori, la malattia può degenerare in un tumore. I tumori sono trattati chirurgicamente: in base al singolo caso, si procede in seguito con uno o più cicli di radioterapia o chemioterapia. Altre volte si può decidere di fare prima la chemioterapia o la radioterapia e solo successivamente si interviene chirurgicamente. Per trattare chirurgicamente i tumori bisogna tenere conto innanzitutto delle dimensioni della massa tumorale, della natura del tumore, dell’alto o basso grado di differenziazione cellulare (cellule neoplastiche), della sede in cui si trova il cancro; inoltre, fondamentale per la prognosi e per stabilire il tipo di intervento, è la presenza di linfonodi infiltrati o di microlesioni linfonodali e di eventuali metastasi. Ovviamente in questi casi diventa fondamentale rivolgersi a uno specialista del settore.

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Cibo e fumo nel mirino

Sono molti i fattori di prevenzione sui quali è possibile intervenire per evitare di imbattersi nella laringite. I fumatori espongono la propria laringe a un fortissimo e prolungato stress: il fumo di sigaretta è un importante ossidante che causa uno stato infiammatorio cronico e, a lungo andare, provoca la formazione di tumori maligni. Inizialmente si verifica una forma di laringite cronica che dà pochi sintomi: la voce è il primo campanello di allarme, visto che diventa fin da subito più roca. Dopo anni di fumo i problemi possono essere più gravi e possono insorgere tumori.

Anche l’alimentazione può aiutare nella gestione delle infiammazioni della laringe, rivestendo un ruolo di grandissima importanza. Innanzitutto andrebbero evitati tutti quegli alimenti che possono causare bruciore, soprattutto quelli piccanti o eccessivamente caldi. Fra i cibi e le bevande consigliate, invece, segnaliamo il tè (magari con l’aggiunta di miele), lo zenzero e l’aglio fresco.

L’umidità fa la differenza

Assicurare un adeguato livello di umidità all’ambiente nel quale soggiorna chi soffre di laringite, soprattutto se si tratta di un bambino, è fondamentale per attenuare i sintomi e velocizzare il decorso delle laringiti acute. Nella stanza in cui soggiorna un bimbo affetto da laringite si dovrebbe mantenere infatti stabilmente una temperatura di circa 20 gradi centigradi, con un’umidità intorno al 40–65%: è utile, a questo proposito, l’impiego di un umidificatore, magari con diffusore di essenze.

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