Anche la Sardegna avrà il suo registro regionale della malattia diabetica. La richiesta della sua istituzione era stata presentata su proposta di Rossella Pinna, consigliera regionale del Pd, e dell'intero gruppo democratico e sottoscritto in aula anche dalle opposizioni, ed è stata approvata con il voto di tutte le forze politiche di minoranza e maggioranza.

"Dopo le iniziali resistenze – spiega una nota - da parte della maggioranza e della giunta con l'assessore Nieddu, che ha chiesto tempo per gli approfondimenti facendo slittare la discussione sul registro fino all'articolo 28, l'aula ha accolto all'unanimità la proposta dell'istituzione del Registro regionale della malattia diabetica. È uno strumento fondamentale per lo studio e la comprensione delle ragioni per cui la patologia è una malattia così presente in Sardegna, tanto da essere la seconda regione in Europa, dopo la Finlandia, per diffusione del diabete di Tipo 1, e probabilmente lo è anche per il diabete mellito di tipo 2”.

Nell’Isola i malati sono circa 120mila e circa 120 sono le nuove diagnosi del tipo 1 all'anno, in costante aumento quelle per il diabete di tipo 2. “Una malattia – prosegue il documento - che ha certamente una origine autoimmune e di cui è importante indagare le ragioni e la complessità. Del diabete di tipo 2 si sa che è una patologia multifattoriale e che risente in modo importante degli scorretti stili di vita, della poca educazione alla prevenzione e all'attività motoria".
"Una patologia – conclude - che se indagata può essere meglio conosciuta, controllata e rinviata. L'istituzione del Registro regionale rappresenta per queste ragioni un risultato atteso da anni dai medici diabetologi, dalle società scientifiche e dalle associazioni dei pazienti, perché consente di disporre di uno strumento indispensabile oltre che necessario per studiare la malattia, altamente diffusa nella nostra Isola. Il monitoraggio epidemiologico del diabete e delle sue complicanze, consentirà di migliorare l'assistenza e sarà lo strumento di indirizzo e controllo per le politiche di prevenzione, di cura e assistenza e di efficientamento della spesa a vantaggio della qualità di vita dei pazienti”.

(Unioneonline/s.s.)

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