L’età delle prime diagnosi continua ad abbassarsi, anche a otto anni, il numero dei pazienti cresce. Eppure nell’Isola le risposte del sistema sanitario nel suo complesso sulla cura dei disturbi del comportamento alimentare continuano a essere insufficienti, soprattutto per i casi più gravi.

Attese lunghe, mancanza di strutture per acuti, insufficienza di posti letto e di ambulatori rendono evidenti i problemi strutturali di una Regione che non investe abbastanza su queste patologie complesse che in Italia, secondo la Società italiana per lo studio dei Dca, colpiscono ogni anno 8.500 persone. Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti molti passi avanti, anche per la creazione di reti territoriali, i numeri dicono che in Sardegna ci sono circa 10 posti letto nel Sud dell’Isola e 15 al Nord tra pubblico e privato, che c’è una sola struttura residenziale (Casa Emmaus, a Iglesias), che a Cagliari esiste un solo ambulatorio aperto due volte alla settimana al Centro di salute mentale della Assl del capoluogo che assiste circa cento persone, che non c’è ancora un’organizzazione in grado di supportare adeguatamente le emergenze. L’appropriatezza delle cure e la pronta risposta ai bisogni di pazienti fragili sono obiettivi da raggiungere in una regione che continua a inviare i propri pazienti fuori dall’Isola, con un significativo aggravio di spesa pubblica e privata e un notevole carico di disagi per pazienti e famiglie.

<+blu2 estate>Emergenza adolescenti

<+tondo base>Di disturbi alimentari soffrono 10 adolescenti su 100. Tra questi, uno o due presentano forme più gravi come l’anoressia e la bulimia mentre gli altri soffrono di manifestazioni più lievi. La fascia compresa tra i 15 e i 19 anni è quella più a rischio ma negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi su bambini di 8-9 anni ma anche i casi che riguardano gli adulti over 40.

<+blu2 estate>La novità

<+tondo base>Un supporto alla crescita del sistema dell’Isola potrà darlo certamente Leonardo Mendolicchio, tra maggiori esperti in Italia nel settore. Da qualche settimana, lo psichiatra e psicoterapeuta pugliese è il direttore scientifico di Casa Emmaus, la comunità diretta da Giovanna Grillo che da trent’anni si prende cura di persone con dipendenze, problemi psichiatrici, detenuti, bambini, donne e uomini in povertà estrema e che da qualche anno si occupa anche di disturbi dell’alimentazione.

La comunità residenziale di Casa Emmaus può contare su dieci posti letto e attualmente ospita quattro pazienti ma ha l’obiettivo di crescere, anche creando, col supporto di Mendolicchio e altri professionisti esperti, un piccolo centro per l’inserimento del sondino naso-gastrico, necessario nei casi gravi di anoressia, quando non è più rinviabile l’alimentazione forzata su pazienti in pericolo di vita.
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