È l'Università di Cagliari il referente per l'Italia del progetto "Heroes" promosso dall'Organizzazione mondiale della sanità.

Il nome, "Heroes", e la ricerca si riferiscono all'impegno degli ospedali - dai medici agli addetti alle pulizie passando per gli autisti delle ambulanze - nella battaglia contro il coronavirus.

Al team dell'ateneo spetterà il compito di coordinare i partner San Raffaele, Istituto superiore di sanità, Careggi, Umberto I, Federico II, Asl Modena e Policlinico Catania. Lo studio mette assieme ricercatori di ventotto paesi.

"Sì, sono stati definiti eroi gli operatori che hanno affrontato e stanno affrontando la pandemia Covid-19. Precedenti esperienze - spiega Mauro Carta, ordinario di Tecnologie mediche applicate, dipartimento Scienze mediche e sanità pubblica, coordinatore del progetto - hanno dimostrato che, in situazioni quali quella attuale, gli operatori sanitari sono esposti a livelli elevati di stress. Tuttavia, devono continuare a esercitare la propria funzione a beneficio della comunità".

Lo studio raccoglierà le esperienze dei lavoratori dei servizi di salute, inclusi medici, infermieri, personale tecnico ma anche dipendenti amministrativi, addetti alle pulizie, autisti delle ambulanze, paramedici. Obiettivo è comprendere, appunto, il livello di "stress" causato dalla pandemia.

Il lavoro è stato promosso dai ricercatori della Mailman School of Public Health di New York, giovani epidemiologi che allo scoppio della crisi sono tornati nei paesi di origine per contribuire con le loro competenze a contrastare la pandemia. Tra questi, Maria Francesca Moro. La dottoressa, trait d'union tra la Columbia University e l'ateneo di Cagliari, si è laureata in medicina e specializzata in Psichiatria proprio all'Università del capoluogo.

Del gruppo coordinatore italiano guidato dal professor Carta (presidente Sirteps, Società italiana ricerca traslazionale e professioni sanitarie), con Maria Francesca Moro fanno parte Alessandra Perra (tecnico Riabilitazione psichiatrica e dottoranda a Cagliari) e Peter Kurotschka (medico di medicina generale in formazione, collaboratore alla ricerca).

(Unioneonline/v.l.)
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