Il diabete è una malattia di dimensioni pandemiche, che colpisce una persona su 10 nel mondo e causa un decesso ogni 8 secondi: è quanto riferito dai diabetologi italiani in un incontro per presentare la prossima Giornata mondiale del diabete (che si celebra il 14 novembre), e che quest'anno l'International Diabetes Federation (IDF) dedica in particolare agli infermieri e al loro ruolo cruciale nella gestione dei pazienti.

Secondo i dati online dell'IDF gli infermieri costituiscono più della metà, il 59% dei professionisti sanitari, per un totale di 27,9 milioni nel mondo, e vi è una carenza di quasi sei milioni di unità a livello globale.

Il ruolo degli infermieri è fondamentale nel fare diagnosi precoce di diabete, soprattutto nel bambino, nel fare training e fornire supporto psicologico al paziente, nell'individuare i fattori di rischio della malattia, spiegano gli esperti della Società Italiana di Diabetologia (SID), della Associazione Medici Diabetologi (AMD), della Società Italiana di Endocrinologia.

Governi e università devono investire di più in formazione e training degli infermieri specializzati nella gestione del paziente diabetico, in primo luogo valorizzandone il ruolo.

I pazienti, specie subito dopo la diagnosi, hanno bisogno di essere supportati e l'infermiere del team diabetologico gioca un ruolo fondamentale da questo punto di vista.

"Per questo - afferma Francesco Purrello, presidente SID - un infermiere del team non può essere considerato un'unità da spostare liberamente da una divisione all'altra all'interno di un ospedale o di un distretto, perché il suo ruolo è perfettamente integrato con quello del team diabetologico, fondamentale per il suo corretto funzionamento e per offrire al paziente tutte le risposte di cui ha bisogno".

Insomma, un infermiere che ha sviluppato delle expertise particolari nel campo del diabete può realmente fare la differenza per il paziente, dichiara Carolina Larocca, presidente nazionale OSDI (Operatori Sanitari di Diabetologia Italiani).

"Siamo i professionisti che più di altro hanno modo di stare col paziente già dal momento della diagnosi - sottolinea Danila Guida dell'OSDI - ci occupiamo di pazienti e famiglie, specie se si tratta di pazienti pediatrici; insegniamo loro a comprendere la malattia, le cause e conseguenze di essa".

"Diamo raccomandazioni per la corretta alimentazione - prosegue - insegniamo a misurare e interpretare i valori glicemici, e altri aspetti pratici della gestione della malattia come conservare le strisce per le misurazioni, la sede corretta dell'iniezione dei farmaci, ma anche l'assunzione delle terapie orali. Insegniamo anche a fare il conteggio dei carboidrati assunti a tavola, aspetto fondamentale specie nel diabete autoimmune di tipo 1. Diamo consigli personalizzati, su come prevenire le ipoglicemie e sulla cura del piede per la prevenzione del piede diabetico. Registriamo i dati glicemici e li facciamo pervenire ai diabetologi".

(Unioneonline/v.l.)
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