Un fischio all’interno delle orecchie, a volte addirittura un ronzio o un sibilo che può durare diversi secondi. L’acufene (o tinnito) è un disturbo estremamente fastidioso e dà la sensazione che ci sia qualcosa che non va nella propria testa. Può insorgere in maniera improvvisa oppure manifestarsi in modo graduale, e i suoi sintomi possono essere più o meno discontinui.

Non è detto che colpisca entrambe le orecchie contemporaneamente ed è un disturbo che non deve assolutamente essere sottovalutato: si stima che ne soffrano circa nove milioni di italiani, ma nel 30% dei casi può degenerare fino a provocare la perdita dell’udito.

Un sintomo

L’acufene, in sé, non è una patologia, quanto piuttosto un sintomo: si tratta, infatti, della manifestazione di una disfunzione, esattamente come avviene per il dolore.

Proprio per questo è indispensabile che vengano individuate le cause patologiche che stanno alla base di questa anomalia percettiva: una volta trovate le disfunzioni o le malattie responsabili, è possibile studiare una terapia che permetta di risolvere il sintomo e la causa che lo origina. Esistono quattro gruppi principali di acufene: acufeni audiogeni; acufeni somato-sensoriali, acufeni psicogeni e acufeni combinati. I primi sono quelli concomitanti ad alcune  patologie dell’orecchio. Quando invece la causa dell’acufene può essere associata a problemi ai muscoli, alle ossa o alla cervicale si parla di acufene somato-sensoriale.

La tipologia psicogena è conseguente a stati psichici disturbati, ma a rendere più difficoltoso l’intero quadro è anche il fatto che queste varie forme possono presentarsi in maniera combinata nello stesso paziente.

Oggettivi e soggettivi

Vi sono poi gli acufeni oggettivi e quelli soggettivi. I primi, detti anche sintomatici, sono gli unici che possono essere sentiti anche dal medico e vengono generati da alcune condizioni o parti dell’organismo. Di fatto, si tratta di quello che viene definito “somatosuono”, risultato delle componenti anatomiche - come ad esempio i muscoli, il flusso nei vasi sanguigni e le articolazioni - in movimento.

I più comuni sono invece gli acufeni soggettivi, percepiti esclusivamente dal paziente e per questo motivo non riscontrabili tramite esami. Il tinnito, in questi casi, non è un suono percepibile, ma il risultato del segnale elettrico tra le cellule e il nervo acustico, avvertito come sgradevole.

Correlazione col Covid

Una delle sorprese dell’ultimo biennio riguarda la correlazione tra acufene e coronavirus. A rivelarlo è la ricerca condotta da un team internazionale, coordinato dagli scienziati dell’Università di Cambridge. E il collegamento non sarebbe piacevole: non solo l’infezione da Covid potrebbe peggiorare l’acufene, ma addirittura l’infezione potrebbe esserne la causa.

Lo studio ha coinvolto circa 3mila partecipanti da 48 Paesi in tutto il mondo, tutti sofferenti di acufene. I risultati? Tra i partecipanti l’8% è risultato positivo al tampone e ha sviluppato i sintomi dell’infezione.

Fra questi, il 40% ha dichiarato che il coronavirus ha peggiorato la condizione dell’acufene; il 54% non ha notato differenze tra pre e post Covid, mentre il 6% ha indicato di aver sperimentato un miglioramento della condizione. Sette soggetti, infine, avrebbero iniziato a sviluppare l’acufene solo dopo essere stati contagiati dal coronavirus. Un sintomo che dunque potrebbe anche essere incluso nella sindrome da Long Covid.

Stress e disagio emotivo

Lo studio ha anche evidenziato una volta di più l’associazione tra acufene e situazioni di stress e disagio emotivo. Circa un terzo dei partecipanti allo studio che ha affermato di aver subito un peggioramento del disturbo ha ammesso anche di essere stata spaventata dall’impatto della pandemia e da tutto ciò che ne è conseguito, dalla paura di ammalarsi e di perdere il lavoro fino alla distanza dalle persone care e all’isolamento.

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