Crisi di pianto, disturbi del sonno e dell’appetito, senso di fallimento e mancanza di energie, difficoltà a relazionarsi con il neonato, senso di colpa e perdita di interesse nelle attività quotidiane. Sintomi tra i più comuni nel periodo che segue il parto ma che, col supporto di professionisti, possono essere gestiti al meglio.

La Asl di Sassari, per contrastare i fenomeni legati al post partum, apre uno sportello dedicato e attraverso i consultori familiari attiva percorsi dedicati alle neo mamme e ai neo papà, proprio per sostenere la salute psico-fisica della donna e della coppia nel periodo della gravidanza e nel primo anno di vita del bambino.

Lo sportello è operativo nel Consultorio familiare della Asl di Sassari, nei locali della “Palazzina C” di Rizzeddu.

«La gravidanza e il post partum rappresentano uno dei periodi della vita a maggior rischio per i genitori, e per le donne in particolare, di soffrire di disturbi depressivi. La Depressione Post Partum (DPP) è la complicazione più comune nel periodo perinatale, coinvolgendo circa il 20% delle donne. Recentemente il mondo clinico scientifico ha rivolto l'attenzione anche verso la compresenza di depressione perinatale paterna che, anche se in maniera meno manifesta, ha un’incidenza che va dal 8,5% al 12,7%», spiega Roberto Pietri, responsabile dei Servizi Consultoriali della Asl di Sassari.

«Quando i genitori si sentono depressi nei mesi successivi alla nascita del proprio bambino, i loro sentimenti possono essere sottovalutati e considerati normali reazioni allo stress associato al prendersi cura del neonato, portando quindi a sottovalutare quello che invece potrebbe esser un problema di salute», aggiunge Nicola Cuda, coordinatore dell’Area psicologica del Consultorio Familiare.

Tra i primi 15-20 giorni dopo il parto per le donne può presentarsi la manifestazione psicofisica del "Baby blues", un malessere caratterizzato da sintomi leggeri di depressione che generalmente tende a risolversi spontaneamente entro circa due settimane e che viene riscontrato nel 70 per cento dei casi.

«La maggior parte dei genitori riesce a superare questi momenti con risultati più o meno buoni, ma molti altri possono sentire i loro problemi ignorati e fraintesi comportando sintomi depressivi più rilevanti e difficoltà a lungo termine con gravi conseguenze anche per il sistema familiare ed in particolare per lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale e comportamentale del bambino», dice la psicologa Assunta Orritos.

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata