Finalmente abbiamo a disposizione i dati completi e certificati che ci aiutano a capire la relazione tra i casi di Covid e la mortalità correlata per fasce di età. I dati fanno riferimento allo spazio temporale che va dal marzo 2020 all’ aprile 2021. I casi di Covid hanno interessato il 54,8 % della popolazione fra 0 e 49 anni, il 13 % di quella fra 65 e 79 anni e solamente l’8,4 % della popolazione con più di 80 anni.

Ma se guardiamo da un’altro punto di vista, quello della mortalità per Covid, le percentuali cambiano drasticamente. Infatti fra 0 e 49 anni i morti sono stati solamente l’1,1 %, il 31,1 % fra 65 e 79 anni e ben il 60,6 % fra chi aveva più di 80 anni. Se poi si fa la stima dei morti ogni 1000 casi di Covid la fascia di età fra 50 e 64 anni ha avuto 9,2 morti, 73,5 sono stati i morti per la fascia di età fra 65 e 79 anni e ben 219,6 fra chi aveva più di 80 anni.

Tutto ciò ci aiuta a comprendere meglio la composizione demografica della nostra società e ci aiuta a capire perché l’80 % della spesa sanitaria è dovuta alla cura delle malattie croniche connesse all’invecchiamento. L’obbiettivo perciò che dobbiamo porci è cosa possiamo fare perché l’invecchiamento si accompagni ad una buona salute.

Per questo dovemmo dar torto a Terenzio quando afferma che la vecchiaia è essa stessa una malattia e dar ragione a Cicerone che esalta la vecchiaia perché ha basi forti che si basano sulle fondamenta della gioventù.

Non possiamo accontentarci di chiamare fragili le persone di età più avanzate che hanno molte comorbidità. Per queste servirebbe un progetto diffuso di prevenzione delle patologie cardiovascolari. Ma ahimè ci occupiamo di queste malattie solo quando esse si manifestano. Invece possiamo affrontare i fenomeni dell’invecchiamento partendo dagli aspetti maggiormente trascurati per mitigarne i sintomi. Ossa, massa muscolare, corretta alimentazione sono la base per vivere meglio. Ogni anno poco meno di 200 mila persone con più di 65 anni si presentano nei pronto soccorso dei nostri ospedali con fratture soprattutto del femore per osteoporosi. Il costo per il servizio sanitario si avvicina ai 10 miliardi all’anno senza tener conto dei costi sociali.

Servirebbe rendere più forti le ossa e prevenire le cadute. Sappiamo come comportarci ma servono attenzioni e impegni precisi che per ora restano vaghi. Una delle cause dell’usura delle articolazioni, poi, è dovuta alla perdita di massa muscolare che si accentua con l’età per la inattività. I costi sociali sono destinati a salire. Penso che un progetto che dia la possibilità a queste fasce di popolazione di frequentare, come atto terapeutico a lungo termine, una palestra con esercizi finalizzati al recupero di messa muscolare e a migliorare l’equilibrio e la socialità sia urgente.

La malnutrizione calorico-proteica interessa fasce molto ampie della popolazione anziana. Ormai non possiamo più ignorarla, ma cosa possiamo fare? Certo son tanti gli aspetti della vita sociale che mancano. Ma possiamo iniziare da questi piccoli suggerimenti. Fauja Singh che ha compiuto 110 anni, è un indiano la cui storia è esemplare. Basta pensare che nel 2011 ha completato la maratona di Toronto e a 102 anni ha partecipato alla maratona di Hong Kong. Ha iniziato a correre a 86 anni dopo la morte della moglie. La sua e tante altre storie ci insegnano che è possibile dar forza alla fragilità della vecchiaia.

Antonio Barracca

Medico – Cagliari

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