Una nuova variante del Sars-Cov-2 emersa all'inizio dell'estate 2020, e che ora circola in tutta Europa.

Osservata per la prima volta in Spagna a giugno, dal mese di luglio ha una frequenza superiore al 40%. E sebbene non ci siano prove che sia più pericolosa di altre, la sua diffusione potrebbe fornire indicazioni sulle politiche di viaggio adottate dai paesi europei.

È quanto dimostra uno studio pubblicato su "medRxiv", server che ospita lavori scientifici in preprint, ovvero in attesa della loro pubblicazione su rivista scientifica.

Nella sola Europa circolano attualmente centinaia di diverse varianti del nuovo coronavirus, caratterizzate da mutazioni nei loro genomi. Tuttavia, solo pochissime di queste si sono diffuse con successo e sono diventate prevalenti quanto la variante appena identificata, denominata "20A.EU1".

Al di fuori della Spagna, la frequenza di questa variante è aumentata da valori molto bassi osservati prima del 15 luglio, fino al 40-70% registrato a settembre in Svizzera, Irlanda e Regno Unito. È diffusa anche in Norvegia, Lettonia, Paesi Bassi e Francia, mentre poco si può dire sugli altri paesi europei.

Le sequenze in questo cluster differiscono dalle sequenze originali in 6 o più posizioni, inclusa la mutazione A222V nella proteina spike e A220V nella nucleoproteina. Nello studio, sottolineano i ricercatori dell'Università di Basilea, del Politecnico di Zurigo e del consorzio SeqCovid, in Spagna, "mostriamo che questa variante è stata esportata più volte dalla Spagna in altri paesi europei e che gran parte della diversità di questo cluster originato in Spagna si osserva ora in tutta Europa".

"È importante notare - sottolinea Emma Hodcroft dell'Università di Basilea, autrice principale dello studio - che attualmente non ci sono prove che la diffusione della nuova variante sia dovuta a una mutazione che aumenta la trasmissione o ha un impatto sull'esito clinico".

I ricercatori ritengono, piuttosto, che l'espansione della variante sia stata facilitata dall'allentamento delle restrizioni di viaggio e dalle misure di allontanamento sociale in estate. Per quanto diffusa, tuttavia, "non è l'unica variante in circolazione nelle ultime settimane e mesi", mette in guardia il professor Richard Neher dell'Università di Basilea, uno dei principali ricercatori dello studio. "In effetti, - aggiunge - in alcuni paesi con aumenti significativi dei casi di Covid-19, come il Belgio e la Francia, sono prevalenti altre varianti". (Unioneonline/v.l.)
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