“Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, a sei mesi dalla sospensione dello stato d'emergenza e in considerazione dell'andamento del contagio da Covid-19, ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti".

È quanto si legge in una nota del ministero, a proposito dell’epidemia di Covid e della politica che intende portare avanti il nuovo governo Meloni in relazione al coronavirus. 

"Oggi la malattia è completamente diversa da quella che c'era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che man mano ci possa essere un ritorno ad una maggiore liberalizzazione”, ha spiegato lo stesso Schillaci margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell’Università di Tor Vergata.

“Quello che mi preme – ha aggiunto il ministro – è che tutti i malati che sono rimasti indietro in questi anni, penso alla prevenzione, agli screening e ai malati oncologici, possano finalmente avere una sanità migliore, più equa, che non dipenda dalla disponibilità economica, da dove uno è nato o abita in Italia".

Schillaci ha parlato di una possibile fine dell’obbligo di mascherine negli ospedali – dopo il 31 ottobre – e anche dell’ipotesi di una commissione d’inchiesta proprio sul Covid: “È utile fare chiarezza su quanto successo dal punto divisa amministrativo, come ieri è stato detto dal presidente del Consiglio. Tutte le forze politiche sono d'accordo". 

Sul piatto anche lo stop al bollettino diramato quotidianamente dal ministero e il reintegro dei medici sospesi. 

"Sul piano degli acquisti, per esempio credo sia corretto per dare un segnale ai molti malati che i soldi pubblici vengono spesi in modo corretto", ha aggiunto.

Dal nuovo governo, dunque, un approccio più libero e libertario rispetto alle restrizioni. Ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo alla celebrazione de "I Giorni della Ricerca", ha ricordato: "La Sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse".

(Unioneonline/l.f.)

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