Attese da tutta Italia nella speranza che dopo mesi di buio arrivasse la luce. Disattese fin dai primi giorni d'estate quando la paura del virus ha lasciato posto al desiderio di tornare alla vita. Le linee guida tracciate dall'Inail per una gestione sicura delle spiagge italiane devono molto alla Sardegna. Il documento pubblicato ai primi di maggio nel quale si spiega agli italiani come quando e dove prendere il sole sono ispirate a uno studio realizzato dalla Regione per la spiaggia della Pelosa.

Era il 2010, nessuno aveva mai sentito parlare di Covid-19 e l'esigenza preminente era frenare il consumo del litorale. Serviva studiare gli spazi e capire quante persone sarebbero potute entrare in uno dei paradisi del Mediterraneo per evitare che di lì a poco non restasse più nulla della distessa bianca che si allarga verso il mare cristallino. Il tema è quanto mai attuale visto che dal primo luglio alla Pelosa si può accedere solo su prenotazione. I calcoli Tornando alle linee guida dell'Inail per l'estate del Covid, scrivono gli esperti: "Il tema dell'affollamento delle spiagge è stato affrontato in letteratura sotto diversi aspetti, per lo più legati alla sostenibilità ambientale.

Alcuni studi internazionali effettuati su spiagge del Mediterraneo hanno proposto un indice di affollamento, espresso in termini di numero di persone per metro quadro di arenile, variabile tra 6 e 25 persone ogni 100 m²". Ingressi controllati per preservare il consumo della spiaggia. E' a questo punto che viene inserito il concetto di contingentamento. "La Regione Sardegna ha affrontato il tema nell'ambito delle Linee guida per la gestione integrata delle spiagge introducendo il concetto di superficie utile della spiaggia che è data dalla differenza tra la superficie totale (larghezza tra il limite di chiusura della spiaggia e la linea di riva, per la lunghezza della spiaggia) e gli spazi di arenile occupati da manufatti, passerelle, o comunque spazi non fruibili per la balneazione. Su tale superficie viene calcolato un coefficiente di carico massimo non inferiore a 3,8 m²/ persona, a cui poi viene applicato un fattore di correzione che aumenta i metri quadrati che devono essere lasciati a disposizione dell'utente in base ad alcune caratteristiche specifiche del contesto ambientale (quali presenza di sedimenti, fenomeni di erosione o specie animali/vegetali).

Uno spazio adeguato, comprese le superfici di transito, è stato stimato in 6 m²/ persona dall'ISPRA in uno studio condotto sulla spiaggia de "La Pelosa" presso Stintino (Sassari)". Il metodo Si legge ancora nella relazione che porta il marchio dell'Istituto superiore della sanità: "Tale studio è stato, ad esempio, il punto di partenza che ha portato le Istituzioni locali, già prima dell'inizio dell'emergenza sanitaria, a proporre una modifica del regolamento di accesso alla spiaggia contingentandone gli ingressi fino ad un numero massimo di 1.500 persone (per circa 8.100 m² di arenile). È evidente che non è possibile definire un indicatore unico applicabile in ogni contesto ma la metodologia utilizzata nei contesti illustrati offre modo di determinare un numero di accoglienza ottimale per garantire l'applicazione delle misure specifiche organizzative e di prevenzione e protezione di seguito illustrate soprattutto nei contesti delle spiagge libere". Dopo aver esaminato i dati del report regionale, il comitato di esperti ha esteso il metodo a un modello utile per la fruizione delle spiagge in tutta Italia: "Sarebbe quindi opportuno per le aree balneabili l'adozione da parte delle autorità locali di specifici piani che permettano di prevenire l'affollamento delle spiagge, anche tramite l'utilizzo di tecnologie innovative, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e del mondo produttivo. L'accesso a spiagge libere di grande attrazione potrebbe essere organizzato adottando un piano integrato che tenga conto della determinazione del numero di accoglienza massima possibile e che preveda un accesso regolamentato tramite prenotazione online. Tale misura potrebbe essere integrata anche a beneficio del contact tracing. Inoltre, la mobilità connessa dovrà essere efficacemente valutata e adattata ai flussi determinati".
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