Sono ancora molti i dubbi, nella comunità scientifica, su un’eventuale correlazione fra Covid-19 e inquinamento atmosferico.

Le tesi sono numerose: secondo i ricercatori della Società italiana di medicina ambientale, ad esempio, frammenti di Rna del Sars-Cov-2 si trovano nel particolato atmosferico, cioè nel Pm, e questo fungerebbe da veicolo (carrier) e amplificatore (boost).

C’è poi un altro aspetto: dal momento che l'inquinamento generato da un'alta concentrazione di particolato influisce sul sistema respiratorio o su quello cardiocircolatorio, finisce per renderli più suscettibili alle complicanze della malattia.

Un terzo tema, subordinato agli altri due, è relativo alla relazione tra aree inquinate e alta percentuale di casi di coronavirus in quel territorio

DUE MAPPE - L’ufficio comunicazione dell'Unsic, sindacato datoriale con 2.100 Caf e 550 sedi di patronato in tutta Italia, dall'inizio della pandemia ha raccolto una serie di dati producendo due mappe indicative, una con i dati oggettivi della Protezione civile sull'incidenza dei casi di coronavirus (rielaborati in base al numero dei residenti per provincia), l'altra con il "peso" dell'inquinamento sempre per provincia, frutto dell'assemblaggio e della rielaborazione dei dati sulla presenza dei vari tipi di particolato.

Dodici livelli di colorazione, corrispondenti a rispettive classi di gravità, mettono a confronto i due blocchi di dati.

Da una parte, in linea con i sostenitori dell'ipotesi di stretto collegamento tra inquinamento e pandemia, emergono sovrapposizioni abbastanza nette in Pianura Padana, ma pure nell'area settentrionale di Marche, Toscana. E anche in Sardegna. Inoltre nel Mezzogiorno, dove il virus ha colpito poco, si confermano i bassi indici complessivi di contaminazione ambientale.

Al contrario, alcune aree inquinate nel Centrosud (ad esempio nel Lazio, in Campania e in Puglia) non registrano percentuali rilevanti di contagi da Covid-19, smentendo quindi la relazione. Emblematico il caso di Taranto o delle tante Terre dei fuochi.

In Sardegna, nel dettaglio, i dati dell'inquinamento e quelli del Covid-19 possono prestarsi ad essere sovrapposti in quanto entrambi i fenomeni sono più marcati nella sola provincia di Sassari. Le percentuali di contagiati da Covid-19 rispetto al numero dei residenti presentano scarse differenze tra le province, ad esclusione di Sassari (si va da meno di 3 ogni 10mila residenti nel Sud Sardegna, fino ai 18 di Sassari, con Cagliari a quota 6, Oristano e Nuoro 4); sul fronte dell'inquinamento la percentuale più elevata la troviamo sempre in provincia di Sassari.

(Unioneonline/v.l.)
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