Con l’arrivo delle alte temperature estive è necessario seguire piccoli accorgimenti e proteggere i più fragili dai possibili effetti indesiderati che può causare il caldo eccessivo. In caso di malore o bisogno di soccorso è attivo il numero di emergenza Unico Europeo 112, operativo 24 ore su 24 sette giorni su sette: è gratuito da rete fissa o mobile anche quando il telefono non ha sim, è bloccato o non si ha credito telefonico.

In che modo trascorrere questo periodo dell’anno senza spiacevoli inconvenienti? Se n’è parlato nel corso dell’ultima puntata stagionale di “15 minuti con…”, il talk di approfondimento sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con il gruppo Unione Sarda, condotto dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Aou. Tre gli ospiti in studio.

Come fronteggiare la calura estiva? Il dottor Emilio Vallebona, direttore della Medicina generale e d’urgenza al Policlinico Duilio Casula, rileva che «con alte temperature e umidità si rischia la disidratazione, soprattutto i bambini e gli anziani (che spesso non sentono lo stimolo della sete): è indispensabile compensare le perdite di acqua e sali minerali che si hanno con la sudorazione. Occorre bere di più (acqua, succhi di frutta), e abbondare nella dieta con frutta e verdura. Bisogna evitare di uscire e di praticare attività sportive nelle ore più calde, tra le 10 e le 17: si rischiano importanti cali di pressione e collassi, fino al colpo di calore, che è una vera emergenza. Attenzione agli sbalzi di temperatura tra ambienti con aria condizionata (specie se troppo bassa) e l’esterno: il nostro corpo non fa in tempo a adattarsi. Lo sbalzo di temperatura è alla base della cosiddetta “congestione”: se ci si immerge in acqua fredda rapidamente caldi e sudati, o dopo un pasto abbondante, si può avere uno squilibrio circolatorio con collasso e rischio di annegamento».

Il dottor Giovanni Ottonello, direttore della Patologia neonatale e Nido al Duilio Casula mostra quali accorgimenti seguire se si trascorrono le vacanze al mare e si ha un neonato in famiglia: «Evitare l’esposizione diretta al sole per i neonati (0-1 mese di vita) come da disposizione del Ministero della salute; fare delle passeggiate nelle prime ore del mattino o di sera evitando gli orari di picco del sole; vestire il neonato con abiti leggeri, traspiranti, di colore chiaro; utilizzare un cappellino a visiera ampia per proteggere gli occhi; usare passeggini con parasole e fare soste in ambienti freschi e ventilati; prestare attenzione alla temperatura esterna e prevenire i colpi di calore. I neonati possono disidratarsi più facilmente. Riconoscere i segnali di disagio del neonato e tornare a casa se manifesta irritabilità, sudorazione eccessiva o insofferenza».

La docente universitaria e direttrice della UOC di Dermatologia di AOU Cagliari, Laura Atzori, evidenzia quali precauzioni prendere se ci si scotta: «Se l’esposizione è stata troppo intensa, la cute deve riprendersi e va evitato il sole diretto per qualche giorno. Assumiamo una dose doppia di integratori specifici, ricchi di antiossidanti e principi attivi riparatori del danno sul DNA, proseguendo con la monodose. Utilizziamo emulsioni lenitive, all’ossido di zinco, aloe e enzimi riparatori del foto-danneggiamento o formulazioni per le ustioni, purché fluide, che lascino traspirare la pelle, non alcoliche. Dove il danno è stato maggiore, un velo di crema cortisonica può essere necessario, ma solo per pochi giorni e mai formulazioni fluorurate: prediligere il vecchio idrocortisone. Durante il giorno utilizziamo schermi solari estremi, perché gli UV attraversano i vetri, e le superfici li riflettono, quindi anche in casa o in auto continuiamo a essere esposti. Avvicinarsi a fonti di calore, come i fornelli e il vapore, riacutizza i sintomi. Utilizziamo indumenti leggeri, in fibre naturali, ancor meglio se con indicazione del fattore di protezione UV».

Luca Mirarchi

© Riproduzione riservata