Sulle tavole del futuro ci saranno sempre più spesso carni sintetiche e insetti. E dopo l’ok della Food and Drug Administration negli Stati Uniti per le bistecche ‘da laboratorio’ e il via libera dell’Unione europea all’utilizzo di nuovi insetti alimentari, questo momento sembra sempre più vicino. Le alzate di scudi non si sono fatte attendere. Coldiretti ha già lanciato l’allarme affermando che potrebbero essere introdotte a breve a livello europeo “le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio della carne sintetica”.
“Cibo Frankenstein” lo definisce la Coldiretti, che sostiene che la carne da laboratorio “non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”. Insomma, ci sarebbe una “precisa strategia delle multinazionali che puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”.

Non è andata meglio con gli insetti, con un dibattito acceso, anche a livello politico, dopo che Bruxelles ha approvato l’immissione sul mercato come nuovo alimento dell’Acheta domesticus, ovvero il grillo, sotto forma di polvere parzialmente sgrassata. Dal 26 gennaio, inoltre, possono essere commercializzate nell’Unione europea anche le larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus) congelate, in pasta ed essiccate, che si vanno ad aggiungere alle larve gialle della farina e alla locusta migratoria. Ma l’elenco è pronto ad allungarsi ancora, con altre otto domande in lista d’attesa.

Ma quali sarebbero i vantaggi di questi nuovi cibi? Secondo il Wwf gli allevamenti sono responsabili del 14,5% delle emissioni di gas serra e quelli intensivi la causa principale della deforestazione. Senza considerare che per un chilo di carne bovina servono in media 11.500 litri d’acqua, mentre per la stessa quantità di carne “da laboratorio” ci si muove tra i 367 e i 521 litri. Inoltre, quest’ultima metterebbe al sicuro dalle epidemie e impedirebbe l’uso di antibiotici sul bestiame, con effetti positivi anche sull’antibiotico-resistenza a livello umano.
Lo stesso vale per gli insetti, in grado di dare una risposta all’aumento del costo delle proteine animali, riducendo in parallelo le emissioni e lo spreco alimentare. Oltre a essere estremamente proteici, con una quota di proteine che sfiora il 70%, quasi tre volte maggiore rispetto alla carne rossa. Un cibo per tutti, quindi, che unisce i vantaggi per l’alimentazione e quelli per l’ambiente. I grilli, ad esempio, emettono meno dello 0,1% delle emissioni di gas serra delle mucche per produrre la medesima quantità di proteine.

Altro tema caldo nell'ambito della tematica novel food è quello della sicurezza di questi nuovi alimenti. Per quanto riguarda la carne sintetica, oltre ai vantaggi certificati da numerosi studi scientifici, è interessante notare come Animal Equality Italia, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali, LAV e LNDC Animal Protection abbiano diffuso un comunicato in cui vengono smontate le tesi relative alla scarsa salubrità proposte da Coldiretti. “Se Coldiretti vuole davvero parlare di inquinamento, lo faccia senza trascurare l'enorme impatto dell'allevamento di animali”. E ancora: “Quali sarebbero i rischi per la salute umana? Perché per noi sono molto più evidenti quelli relativi all’allevamento intensivo, in cui vi è un uso sistematico di farmaci”. Quindi, concludono le associazioni, “la carne coltivata potrebbe rappresentare un’alternativa per tutti coloro che non si vogliono nutrire della sofferenza di altre creature senzienti e non vogliono arrecare danni all’ambiente”.
D’altro canto, sul fronte degli insetti c’è da segnalare che la ventina di categorie alimentari (dai biscotti alle zuppe, passando per pane e cioccolata) in cui è presente la larva del verme della farina minore devono presentare un’etichetta che segnala che il consumo non è consigliabile ai minori di 18 anni, così come il fatto che siano possibili reazioni in soggetti allergici ai crostacei e agli acari della polvere. Insomma, pro e contro su ciò che finirà sulle tavole dei consumatori, a dimostrazione di come, sui cibi del futuro, il dibattito sia destinato a rimanere aperto ancora a lungo.

© Riproduzione riservata