Burioni: "Con l'arrivo del vaccino Pfizer potrebbe essere la fine di un incubo"
"La Pfizer ha preso 44mila persone, le ha divise in due gruppi e metà li ha vaccinati con il vaccino anti-Covid, metà no. I 94 malati sono quasi tutti fra i non vaccinati""Siamo al decimo del secondo tempo e stiamo vincendo 3 a zero. Teniamo duro, perché tra poco potrebbe arrivare la conferma definitiva dell'efficacia e a breve la fine di questo incubo che stiamo vivendo da molti mesi".
Sono le parole con cui Roberto Burioni su "Medical facts" commenta i dati preliminari diffusi da Pfizer sul vaccino contro il Covid.
"Non sono dati definitivi ed è estremamente inusuale - sottolinea il virologo del San Raffaele - che un'azienda diffonda dati prima della fine di un trial clinico, ma non c'è bisogno di spiegare che stiamo vivendo un momento molto più che inusuale. Inoltre, la Pfizer - azienda quotata in borsa - è una azienda molto seria e negli Usa diffondere informazioni scorrette quando si è quotati in Borsa porta a conseguenze catastrofiche, perché da quelle parti sono molto severi in questo campo".
"La Pfizer, dopo avere dimostrato in studi di fase 1 e 2 che il vaccino è ragionevolmente sicuro - spiega ancora Burioni - e che suscita una risposta immunitaria potenzialmente protettiva, è passata alla fase 3. Ha preso 44.000 persone, le ha divise in due gruppi e metà li ha vaccinati con il vaccino anti-COVID, metà no. Ovviamente i partecipanti allo studio non sanno a quale gruppo appartengono. Fatto questo, una settimana dopo la seconda (e ultima) dose di vaccino i ricercatori hanno cominciato a contare i casi di COVID-19 che si sono verificati nei due gruppi. A oggi se ne sono verificati 94, e pare che siano quasi tutti tra i non vaccinati. Per terminare lo studio bisogna arrivare a 156 infettati, e le cose potrebbero anche cambiare".
"Ma per fare un paragone calcistico - conclude poi - siamo al decimo del secondo tempo e stiamo vincendo 3 a zero".
(Unioneonline/v.l.)