Proteggere i bambini durante la stagione estiva, che si vada al mare, in montagna o anche solamente in piscina, è possibile, a patto di seguire alcune regole di buon senso promosse a più riprese anche dal Ministero della Salute. Le accortezze generali sono certamente aumentate negli anni della pandemia, con una maggiore attenzione nei confronti della pulizia delle mani e nell’evitare il contatto con alcune superfici comuni, ma con i bambini è sempre necessario rimanere in allerta.

La guida

Non esporre i bambini alle ore più calde e mantenerli adeguatamente idratati è un passaggio fondamentale e per certi versi quasi scontato: nel caso dei bambini con meno di sei mesi è sconsigliata l’esposizione ai raggi del sole, mentre per quelli un po’ più grandi si può decidere di andare in spiaggia di prima mattina o nel tardo pomeriggio. La fascia oraria da evitare è quella tra le 11 e le 18. In ogni caso, la crema solare deve essere applicata ogni due ore se si è al mare, possibilmente con protezione 50, e ogni volta che si viene a contatto con l’acqua del mare.

Anche in città

Ma la crema può risultare molto utile anche quando si esce in città o in un parco: i raggi del sole, infatti, colpiscono in ogni situazione ed è opportuno far sì che i bambini siano protetti. La crema va applicata anche sulle orecchie e sulla bocca, due delle aree più delicate del corpo dei piccoli. A livello di alimentazione, il consiglio è di privilegiare frutta e verdura, per una corretta reintegrazione di sali minerali e un giusto apporto di vitamine, e in generale l’assunzione di piatti freddi (insalate di pasta e di riso, insalate di verdura) è da preferire rispetto ad alimenti cotti.

Cosa indossare

Il vestiario giusto è fondamentale. In zone molto calde è importante usare indumenti leggeri, in cotone, utilizzando la crema solare nelle zone rimaste scoperte per evitare scottature. Il discorso cambia in montagna: il clima è tradizionalmente mutevole e più fresco ed è fondamentale avere a disposizione diversi indumenti. Si tratta della classica “vestizione a cipolla”: tanti abiti da poter mettere uno sopra l’altro, da poter togliere in caso di necessità e se la temperatura passa da alta a bassa nel giro di qualche ora. Particolare attenzione va prestata anche all’abbigliamento in macchina: il rischio di vestire troppo (o troppo poco, se c’è l’aria condizionata accesa) il bambino è dietro l’angolo ed è opportuno individuare il giusto livello di vestizione. Infine, uno dei temi storici che riguarda i bambini che vanno al mare è quello del “bagno dopo mangiato”. Dopo quanto tempo dal pasto è opportuno lasciar entrare i propri figli in acqua senza incorrere nel rischio di una congestione? Molto dipende dall’entità del pasto: se a pranzo c’è stata un’abbuffata, è opportuno lasciar trascorrere almeno un paio di ore. Se invece il pasto è stato leggero e frugale, si può entrare in acqua anche in tempi più ristretti.

Dal mare alla piscina, le regole non cambiano, ma per evitare l’insorgere di possibili malattie esantematiche è il caso di fare una doccia prima e dopo l’ingresso in acqua e non camminare scalzi soprattutto nelle aree comuni.

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