Occhi rossi, naso congestionato, difficoltà respiratorie sono i principali sintomi delle allergie primaverili.

Gli ultimi dati diffusi dal progetto Aria (Allergic Rhinitis ad its impact of asthma) del 2021, sostenuto dall’Organizzazione mondiale della Sanità, raccontano che il disturbo interessa 35 milioni di americani e che, in Europa, ne soffre tra il 10 e il 30% della popolazione. Il range è invece tra il 10 e il 20% in riferimento alla popolazione italiana.

Un problema trasversale

Innanzitutto, bisogna fare una distinzione tra sensibilità, intolleranza e allergia. 
La prima si manifesta quando si presenta un aumento esagerato dei normali effetti di una sostanza: per esempio, la caffeina può provocare un episodio di tachicardia. L’intolleranza riguarda uno specifico alimento che l’organismo non è in grado di assorbire, come il lattosio. Diversa la situazione per il glutine, capace di scatenare sia un’intolleranza sia una vera e propria patologia cronica - la celiachia -, che coinvolge le pareti intestinali, deteriorandole. L’allergia invece, secondo la definizione dell’Istituto superiore di Sanità, è la “patologia a eziologia multifattoriale, caratterizzata da un’iperattività immunitaria specifica verso sostanze eterologhe (gli allergeni) innocue per soggetti normali”.

Il fattore genetico gioca un ruolo preponderante: chi ha una mamma allergica ha il 60% di probabilità di manifestare la patologia, con entrambi i genitori la percentuale rasenta la totalità. Si presenta già tra i 6-7 anni nel 20% dei bambini italiani, dato che raggiunge il 35% guardando all’età adolescenziale. 
Altri elementi che possono influire sulla predisposizione sono il fatto di essere nati in primavera e di essere stati esposti al fumo di sigaretta nel primo anno di vita: quest’ultimo aumenta la concentrazione nel sangue degli anticorpi che provocano reazioni allergiche.

Ha un proprio peso anche l’ambiente: i cambiamenti climatici causati dall’inquinamento e dai gas serra presenti nell’aria hanno contribuito a una crescita dei pollini di alcune famiglie: Ontano, Cedro giapponese e Ambrosia. L’Istituto superiore della Sanità ha inoltre segnalato che, sempre per effetto dei cambiamenti atmosferici, la stagione è anticipata per le famiglie di Artemisia, Parietaria, Graminacee, Quercia.

Un dato che trova assolutamente riscontro nella realtà quotidiana vissuta da chi soffre di allergie primaverili: se prima il naso colava, si arrossava e gli occhi si gonfiavano da maggio in avanti, negli ultimi anni questi episodi si verificano già ad aprile, con magari qualche giornata sporadica fin dal mese di marzo. Inoltre, l’innalzamento delle temperature ha favorito lo spostamento da sud a nord della flora, anche di 100 chilometri. Quindi, per esempio, i pollini degli olivi non sono presenti esclusivamente al Sud Italia, per cui è possibile che una persona allergica a questo elemento lo sia anche se abita in zone settentrionali.

***

Antistaminici e spray a portata di mano

Quando si ha il sospetto di soffrire di un’allergia primaverile (perché si hanno rinite, occhi gonfi e difficoltà respiratorie), bisogna rivolgersi al proprio medico di base che, per confermare o smentire la potenziale diagnosi, prescriverà una visita specialistica dall’allergologo: l’esame del prick test. Dopo un colloquio conoscitivo introduttivo tra lo specialista e il paziente, il medico suddivide l’avambraccio di quest’ultimo in diversi riquadri, all’interno dei quali pone alcune gocce di essenze di varia natura. Ognuna corrisponde infatti sia a un polline sia ad altri allergeni come gli acari, i peli di animali domestici e alimenti come uovo, pomodoro, frutta secca ed esotica. Nell’arco di un quarto d’ora - anche prima, in caso di allergia a livelli elevati - si presenta o meno la reazione a quella determinata sostanza, tramite rossore e prurito. A questo punto, l’allergologo è in grado di compilare una tabella che racconta a cosa il paziente è allergico e in quale misura, e che è bene che il paziente abbia sempre con sé (magari nel portafoglio). Questo è un passaggio molto importante, che permette di individuare la cura antistaminanica più appropriata alla diagnosi che si sta tracciando. Di base, si tratta di pastiglie da assumere a scopo precauzionale già prima della primavera e durante questa stagione, oltre che nel momento di crisi acuta. A queste si associano uno spray nasale decongestionante, un collirio per gli occhi (gli allergici infatti avvertono anche una sensazione di fastidio oculare, come se avessero un corpo estraneo pungente che preme sull’angolo) e uno spray broncodilatatore. Questo medicinale rappresenta un vero e proprio salvavita per chi, sempre o anche solo quando vive l’allergia primaverile, soffre di crisi asmatiche. Va tenuto sempre con sé e a portata di mano, ma anche gli altri medicinali rappresentano un kit indispensabile per affrontare questa situazione cronica.

***

Gli errori da non commettere

Considerato appunto il fatto che si tratta di una patologia irreversibile, è bene che il paziente osservi delle buone regole per evitarne l’acuirsi, vivendo crisi improvvise ed evitabili.

In primo luogo, evitare le passeggiate in campagna, specie se l’erba è stata appena tagliata. L’attività all’aria aperta è comunque praticabile, ma equipaggiati degli antistaminici, evitando sia le giornate ventose sia la fascia compresa tra le 10 e le 16, in quanto a maggiore concentrazione di pollini.

Attenti anche al ricambio dell’aria in casa: meglio aprire le finestre al mattino presto e non durante la giornata quando l’ambiente esterno è più carico di allergeni; sulla scia di questa indicazione, è meglio non stendere il bucato fuori, perché i pollini potrebbero attaccarsi alla biancheria. Meglio dotarsi di un condizionatore e purificatore dell’aria.

Con l’innalzamento delle temperature, sale il desiderio di intraprendere una piccola vacanza. Assolutamente possibile partire, a patto che prima di scegliere la meta si sia consultato il calendario dei pollini, che varia di regione in regione per quanto riguarda l’Italia e di zona in zona per le tratte più lunghe. Calendario che torna comunque utile anche solo prima di una gita domenicale: è disponibile sul sito dell’Istituto superiore di Sanità all’indirizzo www.ilpolline.it/bollettino-pollinico e viene aggiornato ogni mercoledì pomeriggio dall’Associazione italiana di Aerobiologia. Oltre al sito internet, è disponibile anche l’app: per essere sempre aggiornati con dati e monitoraggi a portata di mano.

© Riproduzione riservata