Una famiglia italiana, stando all’Istat,  destina  quasi il 20% del budget mensile per le spese alimentari.  Una voce dunque che ha il suo peso sul conto corrente familiare. Fare attenzione a quello che si mette nel carrello è un modo per fronteggiare le conseguenze dell’inflazione attuale. Non si tratta  di immolare il piacere di mangiare prodotti di qualità all’altare del risparmio ma di fare attenzione ad alcuni aspetti che per la fretta possono sfuggire. Adottare tecniche che riducano le cifre sullo scontrino diventa quindi essenziale.

Il vademecum

Sul web non si contano i consigli come i dettagliati vademecum che promettono miracolosi risparmi. Sono numerosi i portali che redigono elenchi di “buone norme” per resistere alle tentazioni tra le corsie cariche di beni alimentari. Gruppi come “Scontrino felice” o “Impariamo a risparmiare in casa”, “Tutti pazzi per il risparmio” tengono traccia anche delle offerte e delle scontistiche del momento.

Tra le indicazioni più condivise quelle che trovano sintesi in un recente contributo della rivista IlGusto.it. Per prima cosa, suggerisce il sito di informazione gastronomica, attenzione alla sensazione di fame che può essere controproducente al supermercato. Si tenderà, infatti, a soddisfare le voglie del momento senza mettere nel carrello prodotti più utili per i menu settimanali. Altro consiglio che può sembrare banale ma non lo è: scrivere una lista della spesa e attenervisi. Per evitare di dimenticare qualcosa o di comprare qualcosa che si ha già in casa, meglio controllare dispensa, frigo e congelatore prima di allungare la lista. Anche l’occhio vuole la sua parte: se si utilizza un carrello più piccolo, si riducono le possibilità di riempirlo di beni non necessari. Per il capitolo scaffali: attenzione alla disposizione. All’altezza degli occhi sono sistemati i prodotti più costosi che vengono visti prima degli altri. Il sottofondo musicale costituisce un ulteriore pericolo. Muoversi tra le corsie del supermercato muniti di cuffiette, oltre a favorire la concentrazione permette di non ascoltare la musica che, soprattutto negli ipermercati sarebbe studiata per muovere all’acquisto.

Le offerte

Non è tutto oro quel che luccica e questo vale anche per la scontistica dei supermercati. Acquistare prodotti in promozione non è garanzia di risparmio. Spesso il meccanismo dell’offerta spinge a comprare più del necessario e stipare la dispensa di casa di beni che non servono realmente. Altra abitudine da eliminare è quella di comprare distrattamente mentre si è in coda. Gomme da masticare, cioccolatini  fanno salire il conto finale.

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Rincari anche per i beni alimentari: pere, pasta e pesce mai così costosi

Un’incognita pesante quella dell’inflazione alimentata dal caro energie e dal costo delle materie prime. La situazione influisce sulla fluttuazione dei prezzi dei prodotti alimentari. Secondo l’Istat, ad impattare sul prezzo finale della spesa è principalmente l’acquisto di carni  che dal 2019 al 2020 è passato da 3,8% a 4,4% ma anche latte, formaggi e uova (da 2,3% a 2,7%). Il prezzo delle pere, segnala Coldiretti sulla base delle proiezioni Istat, è aumentato in un anno del 30%, quello della pasta e del pesce rispettivamente del 10,8 e del 9,8%. In questo orizzonte diventa essenziale stabilire un budget fisso settimanale, in modo tale da muoversi entro un range fisso di spesa. Prediligere una cucina semplice, con piatti salutari e creativi è un modo per risparmiare sui costi fissi senza intaccare il piacere del palato.

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La sfida vinta della filiera corta: il 75,8% degli italiani ha fiducia nel Km0

Addio agli intermediati, tagliate le spese di trasporto, con la spesa a km zero si risparmia e si diventa protagonisti di un’approccio quotidiano alla sostenibilità. 

A respirare è l’economia locale e la sua costellazione di aziende agroalimentari di piccole dimensioni che sposano metodologie rispettose del Pianeta ma anche attente al benessere degli animali. Seguendo i ritmi naturali delle stagioni, la freschezza dei prodotti che provengono dalla filiera corta è una garanzia. Durante la pandemia, molte aziende hanno ideato, individualmente o prendendo parte a piattaforme più strutturate, soluzioni di spesa a domicilio con il risultato di fidelizzare nuovi clienti. Secondo il Censis, punti vendita di prossimità ed e-commerce hanno spinto l’80% degli italiani ad abbracciare il mondo del biologico e del km 0.

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