Chi desidera effettuare lavori di rinnovamento di casa ha più convenienza nello scegliere una detrazione fiscale del 60% rispetto a una del 50%, corretto? La risposta sembrerebbe scontata, ma le cose non sono proprio così semplici. Lo si capisce effettuando il confronto tra il bonus facciate e il bonus ristrutturazioni, per i quali sono previste rispettivamente agevolazioni del 60% e del 50%.

Il confronto

Va detto innanzitutto come l’agevolazione per le facciate copra meno lavori rispetto all’altra detrazione fiscale. Chi richiede il bonus facciate, inoltre, ha l’obbligo di acquisire il visto di conformità e l’asseverazione per gli interventi: ciò significa che, nonostante uno sconto iniziale maggiore (60% contro 50%), molto probabilmente non ci sarà una convenienza a livello economico.

Affidarsi al bonus ristrutturazioni permette di ottenere un’agevolazione minore, ma in questo caso non c’è l’obbligo di visto di conformità e asseverazione. Non si tratta di un aspetto da sottovalutare, in quanto il non dover sottostare a tale imposizione comporta un risparmio spesso non indifferente.

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Sconto del 50%: come funziona

Il bonus ristrutturazioni è una delle agevolazioni fiscali “classiche” nell’ambito edilizio. Per il 2022 è prevista una detrazione del 50% con un tetto massimo di spesa di 96mila euro. Grazie a questa soluzione è possibile donare un volto più efficiente alla propria abitazione, la quale può essere praticamente rivoluzionata. Sono infatti diversi i lavori che consentono di avere accesso al bonus ristrutturazioni: si va dalla ricostruzione dell’immobile a seguito di eventi calamitosi alla bonifica dell’amianto, dagli interventi di riduzione dell’inquinamento acustico all’installazione di generatori di emergenza a gas in luogo di vecchi gruppi elettrogeni.

La detrazione fiscale del 50% non copre solo il montaggio, ma anche - tra le altre - la progettazione, tutte le prestazioni professionali connesse, le perizie e i sopralluoghi e i costi sostenuti per l’acquisto dei materiali necessari per i lavori.

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Iva e oneri non compresi nei massimali

Il governo ha scelto di escludere tali voci, dopo le proteste di imprese settoriali, professionisti e cittadini interessati ai lavori di efficientamento.

L’incremento del costo dei materiali per l’edilizia ha comportato come conseguenza l’aumento della spesa per i cittadini che scelgono di effettuare lavori in casa. Questa impennata deve essere contrastata mediante un innalzamento dei massimali previsti per le asseverazioni di congruità riferite alle detrazioni fiscali come il Superbonus 110%. È proprio quello che ha fatto nelle scorse settimane il governo, che all’ultimo momento dal computo ha deciso di escludere l’Iva, i vari oneri professionali connessi alla realizzazione dei lavori e i costi della posa in opera dei materiali. Una cosa non scontata: secondo quanto emerso in precedenza, tali importi sarebbero stati inclusi dai massimali. Questa scelta era stata criticata da imprese settoriali, professionisti e dagli stessi cittadini interessati a effettuare interventi di efficientamento nei propri immobili.

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