Edilizia privata, il taglio dei bonus rallenta la corsa delle imprese della Top 70
Dopo i picchi record 2021-2023 gli operatori specializzati nel mercato privato hanno visto una contrazione del business. Chi ha potuto si è riposizionato sulle gare PnrrPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo anni di numeri fortemente positivi, in particolare l’ultimo triennio stimolato dagli interventi di ristrutturazione dell’edilizia residenziale grazie ai diversi “bonus” fiscali, l’annuale esame dei dati di bilancio 2024 delle maggiori imprese di costruzioni attive nel mercato privato evidenzia per la prima volta una flessione.
Nell’ultimo esercizio, infatti, i big del settore registrano una normalizzazione dei dati reddituali che tra il 2021 e il 2023 avevano toccato valori record. Sono questi i risultati dell’ultimo “Rapporto Classifiche 2025 – Le prime 70 Imprese dell’Edilizia Privata”, giunto alla settima edizione, che sarà presentato dalla società di ricerca Guamari il prossimo 27 novembre a Milano presso Assimpredil Ance in un incontro-dibattito tra i principali operatori del settore.
L’indagine raccoglie i dati delle imprese che nel 2024 hanno fatturato almeno 20 milioni nella sola edilizia privata, suddivise tra 28 che si specializzano al 100% in questo campo, altre 17 che vi fatturano oltre l’85% e le restanti 25, significativamente attive anche nel mercato pubblico, ma che comunque realizzano ricavi da lavori per clienti privati per un importo tale da entrare in classifica.
I numeri di insieme
Nello specifico, le 70 imprese in classifica nel 2024 sommano un valore della produzione di 11,7 miliardi, in crescita dell’8,4% su base annua, ma nella sola edilizia privata poco oltre i 6 miliardi (meno 1,9%) con una riduzione della sua quota da 57,1% a 51,7 per cento. Un calo attribuibile in particolare alle imprese che nell’ultimo triennio avevano più di altre colto l’opportunità dei “bonus” ma anche in minor parte da alcune realtà che, attirate dai finanziamenti del Pnrr, si sono riposizionate verso appalti pubblici, sempre che ne abbiano le opportunità e le qualifiche. Preoccupano anche le prospettive dei costruttori attivi nelle grandi città (a partire da Milano) che facevano conto su interventi edilizi che tardano a ottenere le necessarie autorizzazioni. Nel 2024 l’attività nell’edilizia privata appare ancora quasi totalmente circoscritta al territorio nazionale (spesso senza neppure sconfinare da regioni limitrofe) tanto che solo cinque imprese dichiarano una quota (anche minima) di fatturato internazionale per committenti privati raggiungendo un export totale del solo 3,3% rappresentato principalmente da Itinera con il suo 61% e in seconda battuta da Pizzarotti che produce ben il 99,1% della sua (limitata) attività nel privato oltre confine.
Si noti inoltre l’assenza di contractors stranieri che osino avventurarsi nel mercato dell’edilizia privata italiana, con l’eccezione del francese Gse (controllato dal gruppo tedesco Goldbeck) specializzato in strutture logistiche tramite Gse Italia. Questo malgrado il mercato privato italiano sia sempre più aperto a investitori provenienti dall’estero. Dopo i numeri record del 2023, nell’ultimo esercizio i 70 big dell’edilizia privata scontano una lieve riduzione dell’ebitda (meno 5,9%) e dell’ebit (meno 7,8%) mentre l’utile netto cresce ulteriormente del 10 per cento.
A livello distato patrimoniale i numeri sono migliori: le imprese del campione passano da un indebitamento di 410,2 milioni auna posizione finanziaria netta attiva di 200,5 milioni (vantata singolarmente da 35 società) mentre il capitale netto cresce del 5,2 per cento. Inoltre, le società in classifica sommano nel 2024 ben 15.800 dipendenti con un incremento del 4% rispetto all’esercizio precedente.
I numeri del privato
Limitando l’analisi alle sole 45 (su 70) imprese che ricavano oltre l’85% della loro produzione dall’edilizia privata, i risultati d’insieme a differenza che negli anni passati sono leggermente peggiori, dimostrando appunto come l’attuale congiuntura favorisca la diversificazione nel mercato pubblico. Questo specifico campione somma una cifra d’affari 2024 di 3,7 miliardi, ridottasi su base annua dell’1,6% e con una quota ricavi da lavori per clienti privati del 95,9 per cento.
Le prospettive future sembrano però positive grazie a un portafoglio ordini (limitato alle 29 imprese che hanno fornito il dato per entrambi gli anni) che al 31 dicembre 2024 risulta incrementato del 12,3 per cento. Se a livello reddituale si notano riduzioni più marcate dell’ebitda (meno 16,6%), e dell’ebit (meno 19,7%) a cui si aggiunge un calo del 4,6% dell’utile netto, al contrario anche per le 45 imprese in questione i numeri dello stato patrimoniale sono positivi: esse infatti passano nel 2024 da un indebitamento finanziario netto di 134,4 milioni a una posizione finanziaria netta attiva di 154,1 milioni, mentre il patrimonio netto (2,7 miliardi) si conferma sui valori dell’anno precedente (meno 0,3%). E l’organico si incrementa del 6,1% raggiungendo i 3,5 mila addetti. Il Rapporto nella sua completezza, comprensivo delle classifiche e dei dati azienda per azienda, sarà disponibile nella seconda metà di novembre.
Aldo Norsa - Stefano Vecchiarino
(Estratto da “Norme e tributi Plus Enti Locali & Edilizia”, Il Sole 24 Ore, 27 ottobre 2025, in collaborazione con L’Unione Sarda)
