Nei primi sei mesi del 2025, il Sud (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) mostra una dinamica dell’export complessivamente negativa, con una contrazione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Si tratta della performance più debole tra le macroaree italiane, in netta controtendenza rispetto alla media nazionale, che invece registra un incremento del 2,1%. All’interno del Mezzogiorno, tuttavia, l’andamento non è uniforme e riflette traiettorie regionali profondamente diversificate.

Fra le regioni maggiormente in difficoltà spicca la Sardegna, che registra una contrazione del 17,3% delle esportazioni.

Un andamento simile caratterizza anche Sicilia e Molise, entrambe interessate da cali significativi, rispettivamente -11,2% e -9,8%, mentre la Puglia perde il 6%. In controtendenza Calabria (+4,6%) e Campania (+2,6%), che si configurano come le regioni più dinamiche dell’area. Se si scende a un maggior dettaglio territoriale, il quadro cambia sensibilmente. Alcune province del Mezzogiorno, infatti, mostrano performance sorprendentemente brillanti.

Al netto dei fattori residuali, le prime tre posizioni nella graduatoria nazionale per crescita dell’export risultano tutte meridionali: Palermo (+250,7%), Vibo Valentia (+119,4%) e Sud Sardegna (+90,6%). A seguire, altre realtà si distinguono per incrementi rilevanti, come Enna (6ª, +47,0%), Nuoro (12ª, +18,6%), Avellino (13ª, +18,2%), Trapani (15ª, +10,6%), Cosenza (18ª, +7,4%) e Caserta (19ª, +7,2%). All’opposto, i risultati più deboli si registrano a Caltanissetta (106ª, -46,9%), Isernia (105ª, -27,1%) e Siracusa (104ª, -26,7%). La marcata eterogeneità delle dinamiche dell’export del Mezzogiorno riflette soprattutto la diversa struttura produttiva dei singoli territori.

Da un lato, spicca il notevole slancio del settore delle navi e imbarcazioni, che nel complesso registra un incremento del +310,9% rispetto al primo semestre del 2024. Un contributo determinante proviene da Palermo, dove il valore dell’export è passato dagli appena 8 milioni del 2024 ai 455 milioni del 2025, segnando una crescita eccezionale. All’estremo opposto, alcuni comparti mostrano invece un’accentuata difficoltà.

In particolare, la raffinazione del petrolio subisce un arretramento del 25%, pari a circa 1,8 miliardi di euro, con flessioni concentrate soprattutto a Siracusa (circa -931 milioni) e Cagliari (circa -666 milioni). Vale inoltre la pena soffermarsi brevemente sui principali mercati di destinazione dell’export nazionale. Tra questi spicca la Svizzera, verso cui le vendite all’estero sono aumentate del 13,6%, pari a oltre 500 milioni di euro aggiuntivi. Se invece si considerano congiuntamente la crescita percentuale e quella in valore assoluto – unendo quindi intensità e dimensione dell’aumento – il risultato più significativo riguarda le esportazioni verso la Norvegia che registrano un balzo del +284,5%, equivalente a circa 147 milioni in più.

Guglielmo Tagliacarne

(Estratto da “Il Sole 24 Ore - Sud”, Il Sole 24 Ore, 12 dicembre 2025, in collaborazione con L’Unione Sarda)

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