Strascichi di polemiche all’Ariston dopo le diverse prese di posizione dei cantanti sulla guerra in Medioriente, il comunicato dell’ad Rai Roberto Sergio e le presunte censure nella puntata post-Sanremo di Domenica In.

Dopo le parole di protesta dell'ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar per l'intervento di Ghali che aveva chiesto di fermare «il genocidio», Sergio ha scritto un comunicato per ribadire la sua solidarietà a Israele. Messaggio letto domenica nel corso della trasmissione di Rai1 da Mara Venier, che ha concluso: «Queste sono le parole del nostro amministratore delegato che ovviamente condividiamo tutti».

A far discutere è anche il momento in cui Dargen D'Amico è intervenuto per parlare di immigrazione: «Quello che gli immigrati immettono per pagarci la pensione - ha affermato l'artista - è più di quello che spendiamo per l'accoglienza». Venier lo ha interrotto, dicendo: «Però qui è una festa, si parla di musica». Poi la conduttrice, rivolta ai giornalisti in un fuorionda, ha detto: «Mi mettete in imbarazzo, non vi faccio parlare più, perché non è questo il momento».

Tutta benzina sul fuoco delle polemiche del Pd contro “Telemeloni”, che avevano portato al sit-in organizzato dai dem davanti ai cancelli di Viale Mazzini la scorsa settimana. «Quello che è successo in Rai è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma», afferma Sandro Ruotolo, responsabile informazione del partito. Migliaia i tweet a sostegno delle parole di Ghali e Dargen D'Amico, contro la Rai e Mara Venier.

«Le accuse di censura sono semplicemente ridicole - ribatte dalla maggioranza Maurizio Lupi -. Ci saremmo aspettati, semmai, che l'opposizione riconoscesse lo straordinario successo di pubblico raggiunto dalla Rai». La presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia, sottolinea che «ciascun artista deve essere e sentirsi sempre pienamente libero di esprimere le proprie opinioni» sul palco di Sanremo, prima di criticare il comunicato di Sergio per non aver espresso anche solidarietà ai civili palestinesi. «Chi riveste un ruolo istituzionale - sostiene - ha il dovere dell'equilibrio».

Di necessità di equilibrio parla anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ma questa volta per stigmatizzare il comportamento dei conduttori del festival. «Non puoi affidare il tema israelo-palestinese a un cantante che pronuncia una frase a senso unico - afferma -. I cantanti possono dire quello che vogliono, ma devono essere corretti. O almeno c'è il dovere di chi conduce di equilibrare». 

(Unioneonline/D)

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