A Montecitorio la seconda giornata dei lavori del tavolo programmatico di iniziativa del presidente della Camera Roberto Fico sulla base del mandato esplorativo ricevuto dal Presidente della Repubblica.

Ieri i lavori si erano protratti fino alle 21, oggi la chiusura entro le 18, con Fico che cerca di trovare la quadra per presentarsi già questa sera da Mattarella.

Ieri, al terzo giorno di "esplorazione", Matteo Renzi prospettava ancora ai suoi parlamentari una duplice alternativa. Giuseppe Conte o un governo istituzionale, con l'auspicio di Mario Draghi premier o ministro dell'Economia.

Si sta trattando, non solo al tavolo del programma. E' entrata nel vivo, anche se ancora sotto traccia, la discussione sulla eventuale squadra del Conte ter.

CONTE SI' O NO - In casa Pd, dove il nome di Conte resta blindato, chi segue da vicino la difficile mediazione - tra i protagonisti ci sarebbe Dario Franceschini - si dice convinto che ci siano le basi per un accordo che consenta a Fico di portare al Quirinale il via libera al premier uscente. Ma ieri in serata Renzi ha fatto sapere ai suoi che a bloccare tutto è un "arrocco" del Movimento 5 stelle, sui temi e sui ministri. Prepara le condizioni per la rottura, secondo i più pessimisti tra gli alleati. Dopo una riunione con i gruppi di Iv il senatore di Rignano potrebbe portare a Fico il suo no a Conte.

Ma c'è chi ipotizza anche che sul taccuino del presidente della Camera resti annotato un "nì": a quel punto, secondo le stesse fonti, con agli atti il sì di tutti gli altri gruppi, Mattarella potrebbe dare a Conte comunque l'incarico di formare un nuovo governo.

"Io non pongo veti, non ho pregiudizi", ha ribadito Renzi ai suoi, come a dire che sul Conte ter sta trattando davvero. Ma a chi lo sente ribadisce anche una convinzione. Che se fallisse il tentativo su Conte, reputando difficile una virata dei partiti su un altro nome politico, si aprirebbe probabilmente - e anche in tempi brevi - la via di un governo istituzionale.

FORZA ITALIA - Renzi ne avrebbe parlato al telefono - ma la cosa non viene confermata - anche con il leader di Fi Silvio Berlusconi. L'idea è che Fi con l'attuale maggioranza possa sostenere un governo guidato da una personalità come Mario Draghi, con Lega (forse anche Fdi) a dare un appoggio esterno. Il Pd infatti si è detto indisponibile a un governo con i sovranisti: l'astensione leghista supererebbe qualche perplessità. Quanto ai Cinque stelle, la convinzione è che se i gruppi non reggerebbero un nome politico, potrebbero invece convergere - anche per evitare il voto - su una figura istituzionale.

L'OMBRA DI DRAGHI - L'ex presidente della Bce resta in queste ore silente. Ma nei rumors parlamentari si accredita una sua disponibilità a farsi carico delle sorti del Paese in un momento tanto difficile.

Magari non da premier, ma da ministro all'Economia e al Recovery plan, sul modello di Ciampi che portò l'Italia nell'euro.

Quanto al Conte ter, i lavori del tavolo sul programma - al quale Fico non prende parte attivamente perché non spetta a lui fare una sintesi - vanno per le lunghe, con momenti di tensione e il tentativo di Pd, M5s e Leu di non prestare il fianco alle intemerate di Iv, dal Mes alla richiesta di rimuovere il capo dell'Anpal Mimmo Parisi e dell'Inps Pasquale Tridico, entrambi di nomina pentastellata.

I NOMI - Vito Crimi avrebbe comunicato che i ministri M5s non si toccano, neanche uno. Renzi avrebbe chiesto per Iv tre ministeri (più uno per Nencini), di cui due con portafoglio e uno senza, come la Famiglia, più diversi (c'è chi dice 3, chi sei) sottosegretari. Questi i rumors. Resterebbero forti dubbi di Iv su Roberto Gualtieri ma è nota l'attenzione del Quirinale sulla continuità di alcuni ministeri chiave, oltre allo scudo alzato dal Pd.

Ieri era accreditata l'ipotesi di Ettore Rosato agli Interni al posto di Luciana Lamorgese, mentre il Dem Lorenzo Guerini resterebbe alla Difesa. Roberto Speranza terrebbe la sanità. Per Iv Maria Elena Boschi, osteggiata da una parte dei pentastellati, aspirerebbe alle Infrastrutture (in chiave sblocco cantieri e Recovery) o Lavoro (in chiave Jobs act e riforma del reddito di cittadinanza), anche se c'è anche chi ipotizza l'Università. Gli stessi rumors danno in uscita la Dem Paola De Micheli (in ingresso un'altra esponente donna del Pd, come Madia o Fedeli) e una possibile staffetta tra Andrea Orlando e Peppe Provenzano tra governo e Nazareno. Ma la richiesta di Iv di sostituire Bonafede alla Giustizia (gira anche il nome del pm Francesco Greco, oltre a Orlando) e Catalfo al Lavoro sarebbe stata finora respinta dai Cinque stelle. Così come resterebbe la difesa di Tridico e Parisi (quest'ultimo vero bersaglio dei renziani). Nel mirino resterebbero anche le tante "deleghe" di Domenico Arcuri, mentre su Piero Benassi ai Servizi non ci sarebbe una contrarietà netta dei renziani.

(Unioneonline/v.l.)
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