Si è tenuto, rapidamente, il primo e unico - si presume - giro di consultazioni di Giuseppe Conte.

Il premier incaricato ha cominciato dai partiti più piccoli, e chiuso nel tardo pomeriggio con quelli che formano la maggioranza di governo, mentre i contatti tra Salvini e Di Maio per ultimare la lista dei ministri si fanno sempre più frenetici ("Ci siamo su tutto", ha assicurato in mattinata il leghista Gian Marco Centinaio).

TOTOMINISTRI - Quali saranno i ministri del governo Conte? Sembrano sicuri Salvini agli Interni e Di Maio al ministero unico dello Sviluppo Economico e del Lavoro: i due leader saranno anche vicepremier. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio il "Gianni Letta della Lega", Giancarlo Giorgetti, Infrastrutture per Laura Castelli, grillina della prima ora e fedelissima di Luigi Di Maio. Agli Esteri si fa il nome di un tecnico, l'ambasciatore Giampiero Massolo che già nel governo Monti è stato a un passo dall'ottenere un dicastero.

E ancora: alla Giustizia il grillino Alfonso Bonafede, all'Agricoltura il leghista Nicola Molteni, ai Rapporti col Parlamento l'avvocato Giulia Bongiorno, mentre all'Ambiente si parla di Sergio Costa, generale dei carabinieri che è stato a capo dell'inchiesta sulla Terra dei Fuochi in Campania.

Paolo Savona
Paolo Savona
Paolo Savona

PAOLO SAVONA - Ma a tenere banco è sempre il dicastero di via XX Settembre e il nome del cagliaritano Paolo Savona. Economista riconosciuto da tutti come molto esperto e competente, tanto che è stato ministro di un governo - quello guidato da Carlo Azeglio Ciampi - tutt'altro che anti Ue.

Tuttavia le sue posizioni sono cambiate nel corso degli anni, e ora l'economista che piace a Salvini dice che l'euro è una "gabbia tedesca" dalla quale bisogna uscire. Per questo il suo nome non piace a Sergio Mattarella, ma i due leader questa mattina hanno fatto quadrato sul cagliaritano.

"Con Salvini e la Lega siamo perfettamente allineati. Stiamo cercando i migliori profili e tra i nomi c'è sicuramente quello del professor Savona", rassicura Luigi Di Maio.

Il leader del Carroccio invece attacca in diretta Fb: "Savona è la figura in grado di rimettere l'Italia al centro del dibattito in Europa. Noi abbiamo intenzione di fare l'esatto contrario di quello che la Ue ha minacciato ai governanti italiani negli ultimi anni". Poi lancia un messaggio agli alleati del centrodestra, che più passa il tempo e meno sono alleati: "Anche io avrei preferito un governo di centrodestra, ma Mattarella non ce lo ha permesso. Forza Italia e Fratelli d'Italia abbiano fiducia. Berlusconi, di tutta risposta, ribadisce che non voterà la fiducia a un governo "pauperista e giustizialista" e che si basa su un contratto che il Cav definisce "per metà un ingenuo libro dei sogni e per metà contiene scelte preoccupanti per l'Italia e gli italiani".

L'IRA DEL COLLE - E il Quirinale lascia filtrare tutta la sua irritazione per le incursioni di Di Maio e Salvini sulla scelta dei ministri, che spetta da Costituzione al Capo dello Stato su proposta del presidente del Consiglio incaricato. Al Colle attendono i risultati delle consultazioni di Giuseppe Conte, tuttavia alla domanda se esistano veti presidenziali su alcuni ministri, il Quirinale risponde così: "Il tema all'ordine del giorno non è quello di presunti veti ma, al contrario quello dell'inammissibilità di diktat nei confronti del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica nell'esercizio delle funzioni che la Costituzione attribuisce ai due".

Messaggio a Salvini anche sulla questione migranti: "La gestione del dossier migranti - dichiara il Capo dello Stato - sia responsabile, è un fenomeno di portata storica che va governato da Africa e Europa insieme, con lungimiranza, e che ci ha visto finora in prima linea a sostegno di un approccio volto alla tutela della vita e della dignità dei migranti".

E in serata Di Maio ha corretto il tiro: "Dei ministri si occuperanno Conte e Mattarella".

L'ITER PER LA FORMAZIONE DEL GOVERNO - Terminate le consultazioni, Conte tornerà al Colle per sciogliere la riserva e stilare con Mattarella la lista dei ministri. Poi c'è il giuramento al Quirinale, quindi Giuseppe Conte diventerà a tutti gli effetti presidente del Consiglio.

Ma dovrà ancora ottenere la fiducia alle Camere: si comincia da Palazzo Madama, dove la maggioranza è molto risicata (appena sei senatori), presumibilmente martedì, poi si va a Montecitorio.

Le prime misure del nuovo governo - stando a quanto annunciato dai leader - sono la pace fiscale (Di Maio dice che non sarà un condono, vedremo) e i tagli alla politica.

(Unioneonline/L)

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