Non si placano le schermaglie tra Lega e Movimento 5 Stelle sulla formazione del prossimo governo.

Matteo Salvini torna ad attaccare Luigi Di Maio: "La mia ambizione è di rappresentare tutti gli italiani facendo il presidente del Consiglio, ma non è una pregiudiziale perché a me interessa l'Italia. Io non ho l'arroganza, a differenza di altri, di dire 'O io o nessuno'".

Critiche anche per la pregiudiziale dei grillini nei confronti di Berlusconi e Forza Italia: "Non è che uno si siede al tavolo e dice 'Tu non mi piaci, vai via'. Si parte dalle proposte, dalle cose da fare: tasse, lavoro, sicurezza. Visto che la nostra coalizione ha vinto sono disposto a dar vita a un governo che parta dal nostro programma, e dunque cancellazione della Fornero, riduzione delle tasse, controllo dei confini ed espulsione dei clandestini".

Poi, ha precisato il leader leghista, è disposto a discutere anche sulle proposte dei 5 Stelle, "ma si parta dal voto degli italiani".

Schermaglie tattiche all'ordine del giorno dunque, tra i vincitori delle ultime elezioni, ma certamente non salta l'incontro che si terrà nei prossimi giorni: "Noi coi 5 Stelle stiamo ragionando, poi vedremo se questo ragionamento andrà lontano o si fermerà: con Di Maio ci sentiamo dopo Pasqua", ha aggiunto Salvini, prima di lanciare un messaggio a Mattarella in vista delle imminenti consultazioni al Quirinale.

"A Mattarella dirò che siamo pronti: ho una squadra e un programma, poi servono i numeri. Adesso non ci sono, tra qualche giorno spero di sì: e li avremo con chi pensa sia giusto stare dalla parte dei cittadini per bene

"DI MAIO UNICO PREMIER" - Non si è fatta attendere la risposta dei pentastellati, in un post a firma M5S: "Luigi Di Maio è l'unico candidato premier con cui intendiamo andare al governo e cambiare il Paese dando finalmente agli italiani le risposte che attendono da trent'anni: in campagna elettorale ci siamo presentati con un programma e un candidato votato dal 32% degli elettori, 11 milioni di italiani. Questa volontà popolare non siamo disposti a ignorarla, è sacra. Proporre un altro premier significherebbe tradire questa volontà".

PD - I dem sono sempre più divisi tra l'ala dialogante che fa capo a Orlando e - pare - anche a Franceschini, e l'ala "aventiniana" che fa capo a Matteo Renzi. Così, a provare a mettere le cose in chiaro ci pensano i capigruppo: "Non restiamo in minoranza per capriccio, ma perché vogliamo rispettare il voto e perché la distanza dagli altri partiti su Europa, pensioni, lavoro e povertà non si sono ridotte in un mese. Siamo distanti per merito e per serietà, non per ripicca", scrive su Facebook Graziano Delrio. A fargli eco il capogruppo al Senato Andrea Marcucci: "Non sosterremo mai nessun governo del M5S o Lega-5 Stelle, la linea che porteremo al Colle è quella votata in direzione. Staremo all'opposizione, se qualcuno pensa davvero che sia possibile allearsi con Di Maio lo dica chiaramente".

LE CONSULTAZIONI - Intanto il Colle ha reso pubblico il calendario delle consultazioni per la formazione del nuovo governo, che prenderanno il via il 4 aprile. Si comincia alle 10.30 con il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, quindi quello della Camera Roberto Fico. Il terzo incontro è quello che il Presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano. Poi via ai gruppi parlamentari, si comincia dai minori: quello per le Autonomie, il Misto, Fratelli d'Italia. Il 5 aprile si entra nel vivo. Prima il Pd, poi Forza Italia, quindi la Lega. Si chiude con il Movimento 5 Stelle, e chissà che Di Maio non esca da Quirinale con un mandato esplorativo simile a quello dato da Napolitano a Bersani 5 anni fa.

(Unioneonline/L)
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